martedì 29 settembre 2009

Pot-pourry in salsa calabrese.

Il Consiglio Regionale della Calabria, allo stato attuale, è composto da 51 consiglieri, ciascuno dei quali percepisce un' indennità mensile di 10 mila euro circa, per un costo complessivo annuo di 612 mila euro. Ovviamente sono cifre stimate al ribasso in quanto non includono la diaria mensile variabile di cui gode ciascun onorevole, comprendono tutti gli oneri "indiretti", come i collaboratori (vedi portaborse), il costo dei mezzi di trasporto( vedi auto blu), i costi per la sede e gli uffici( stranamente posizionati a Reggio Calabria e non nel capoluogo di Regione) etc etc etc. Il tutto per riunirsi mediamente una volta al mese. Fatte queste doverose premesse, ad oggi , il Consiglio è riuscito a produrre, nel suo enorme sforzo, 30 (come i famosi danari di Giuda) leggi regionali,nonostante la riforma della Costituzione attribuisca alle regioni una legislazione concorrente con lo Stato in tema di economia, lavoro, trasporti, e addirittura una competenza esclusiva nelle materie residue. Si potrebbe obiettare che 30 è un criterio quantitativo, che esclude una valutazione qualitativa delle leggi in questione. Peccato che entrando nel merito delle suddette, la situazione non cambi molto, visto che parte di queste sono semplici proroghe o sospensioni di termini per l'accesso a vari bandi. Altra parte sono o di interpretazione autentica delle norme o di natura cosiddetta obbligatoria e di iniziativa governativa, come l'approvazione del rendiconto e del bilancio annuale. Ma vediamo quali sono le chicche. di questa montagna che ha partorito il topolino. La L. R numero 2, con tanto di dichiarazione di urgenza ed entrata in vigore immediata, prevede l'istituzione di un parco storico rievocativo del decennio francese in Calabria, attraverso la costituzione di un consorzio obbligato tra comuni, come Pizzo, Vibo Valentia, Stefanaconi( ma anche del catanzarese, del reggino, del crotonese) ed un associazione onlus, la "Gioacchino Murat", anch'essa di Pizzo. Guarda caso il proponente della legge è Antonio Borello (Pd) nato a Pizzo, nonchè ex sindaco. Come si dice una legge "Ad territorium". E che dire poi della fondamentale legge sui confini territoriali dei Comuni di Rende e Castiglione Cosentino, approvata il 31 marzo, attesissima da tutti i calabresi. Dettata dalla filosofia del mal comune mezzo gaudio, sembra, invece, la legge n 18 sull'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo; almeno cosi i calabresi potranno condividere la loro fame con i nuovi arrivati e magari lamentarsi di meno. Dulcis in fundo la legge n 25 per lo svolgimento dell'elezioni primarie per la scelta del candidato a governatore della regione: non bastava l'alta percentuale di assenteismo alle elezioni politiche, europee e amministrative. Ora dovremo aggiungerci anche questa. La normativa prevede poi tutto l'iter di presentazione delle liste,de candidati, con tanto di rimborso elettorale( non poteva mancare) per ogni voto ottenuto. Ma la cosa che mette i brividi è la modalità del voto che riporto testualmente " Ciascun elettore esprime il proprio voto scegliendo la scheda della lista, o della coalizione di liste, per la quale intende votare. Le schede, di colore diverso per ciascuna delle liste presentate, sono predisposte dalla Regione... " In pratica si chiede allo scrutatore la scheda del partito x o y con buona pace della segretezza del voto.

sabato 26 settembre 2009

Win for life ossia vincere per la vita...o per sopravvivere?

Non bastava il milionario montepremi del superenalotto, vero e proprio tormentone dell'estate. Non erano più sufficienti le tre estrazioni settimanali dei numeri del lotto. E come potersi accontentare, poi, dei "soli" proventi dei gratta e vinci, delle scommesse sportive, delle giocate on- line. No, ci voleva qualcosa di nuovo per rimpinguare le casse statali. Detto fatto. Ecco in arrivo il nuovo gioco a premi del gruppo Sisal , il nuovo Robin Hood che ruba ai poveri per farne uno ricco, che ancora una volta salva lo Stato dalla bancarotta, e sottrae il governo dal dovere di imporre una fastidiosa tassa aggiuntiva. Si chiama Win for life- vincere per la vita- ed ha come montepremi finale una rendita ventennale del valore di circa 960 mila euro, ripartiti in stipendi mensili di 4 mila euro ciascuno. Un'intuizione " geniale", che sta al passo coi tempi, quella di puntare sui nuovi desideri degli italiani, di intercettare i milioni di disoccupati e di precari, che uno stipendio del genere se lo sognano, appunto. "Non ti offriamo la remota possibilità di diventare milionario, ma ti diamo un'opportunità per sopravvivere alla fame", questo potrebbe essere lo slogan per lanciare il nuovo gioco. Inoltre per attrarre i più dubbiosi, o forse per lavarsi un la coscienza, lo Stato ha previsto di destinare la quota erariale derivante dal Win for life alla ricostruzione dell'Abruzzo. Così, mentre il debito pubblico avanza e la crisi finanziaria mette in ginocchio gran parte delle famiglie italiane, la Sisal ( che chiude il semestre 2009 con un volume d'affari di quasi 4 miliardi di euro, in aumento del 32% dallo scorso anno) e lo Stato hanno pensato bene di tendere finalmente una mano ai più bisognosi ,offrendo loro questa nuova opportunità. In tempi non ancora sospetti, circa un secolo fa, il quotidiano L'Avanti definiva la propria rubrica sui numeri estratti al lotto "La tassa sugli imbecilli". A buon intenditor...

lunedì 21 settembre 2009

Lettera ad un consigliere mai eletto.

Egregio Onorevole,
anzi sarebbe meglio dire mancato onorevole, vista la sua ultima ed ennesima sconfitta alle elezioni per il rinnovamento del consiglio regionale. Non me ne vorrà se le scrivo questa missiva, per sottolinearle tutto il mio disappunto sull'andamento della sua campagna elettorale. Già sul suo personale curriculum ci sarebbe molto da ridire: non un solo avviso di garanzia, un rinvio a giudizio, una condanna almeno in primo grado. E poi vogliamo proprio dirla tutta. A chi vuole che interessi la sua giovane età, i suoi brillanti studi conseguiti con il massimo dei voti, la sua carriera professionale, arricchita da esperienze lavorative all'estero. Sarebbe bastato un semplice rapporto di parentela con una personalità di spicco, un avo, un discendente, meglio se già amministratore. Molto più semplice, lineare, immediato. Arriva subito il messaggio all'elettorato medio. Ma sorvoliamo questo non trascurabile aspetto e soffermiamoci per un attimo sugli eventi che lo hanno portato a questa annunciata sconfitta. In tutti questi mesi di campagna elettorale non ha mai pronunciato parole come "il rilancio della regione, l'amore per la propria terra, lo sviluppo economico, culturale, sociale. Non sente come suonano bene queste parole? E poi van bene per ogni stagione. Invece no, si è subito intestardito con invettive contro le mafie, addirittura denunciandone i suoi legami con la politica, con l'imprenditoria, con una grossa fetta dell'alta società. In un solo colpo ha bruciato ogni possibile alleanza con i partiti dell'uno o dell'altro schieramento( ovviamente del tutto estranei alle sue ipotetiche collusioni), e non contento si è messo contro anche la classe economica della regione. che oramai ha così pacificamente trasformato il pizzo in costo di bilancio. E del suo programma? Vogliamo parlarne? Tutta una serie di mirati interventi legislativi per contrastare il lavoro nero, l'evasione fiscale, la cementificazione selvaggia del territorio. Le risparmio, per non infierire, il cinico calcolo in termini di voti persi per via di questo suo atteggiamento. Voglio soltanto aggiungere che se c'era ancora qualche imprenditore disposto a votarla ha perso anche quello, grazie al primo punto del suo programma, e con i restanti due(punti) si sono aggiunti anche i cosidetti lavoratori autonomi, i professionisti, i costruttori. Non sarebbe stato meglio ricorrere ai sempre verdi "Più lavoro, meno tasse, più infrastrutture, più investimenti". Eppure sono slogan che funzionano:chi li pronuncia, da trent'anni a questa parte, vince sempre. Gli investimenti, dicevo. Anche qui ha combinato un vero e proprio disastro, riservandosi di distribuire risorse solo su progetti mirati, funzionali ad un progetto di regione, magari eco-compatibili, disdegnando le centinaia di finanziamenti a pioggia, che tanto bene hanno fatto a questo paese. Possibile che non conosca il detto popolare "Ai tempi della democrazia cristiana mangiavano, ma facevano mangiare". E' anche grazie a queste credenze che la dc ha dominato per quarant'anni la scena politica. Impari dall'esperienza. Infine, e con questo vado a concludere, non è riuscito ad allacciare nemmeno rapporti con il classico primario d' ospedale, o con un dirigente pubblico, un funzionario di banca, un esponente ecclesiastico, e Dio solo sa quanti voti avrebbero portato i loro rispettivi entourage. Lei si chiederà, allora, perchè stia perdendo tempo con questa lettera. La risposta è semplice: Perchè io ancora ci credo. Come Lei.
In fede
Il suo elettore perdente.

sabato 19 settembre 2009

Cronache di un inviato( poco speciale) nella propria terra.

Sette mesi. Tanto è il tempo trascorso dal mio primo giorno di apprendista giornalista. Pochi, a dire il vero, per accrescere il mio esiguo bagaglio culturale, ma sufficienti per capire, in linea di principio, come va il mondo dell'informazione. In primis, c'è da fare una netta distinzione tra le notizie date per informare da quelle fornite per gratificare colui che è oggetto della notizia stessa. Dove il termine colui sta ad indicare il più delle volte un amministratore locale, un esponente politico o sindacale, un'associazione, e con essi tutti i loro affiliati. In tutti questi casi , prima ancora di giungere sul posto dell'annunciata conferenza, capisci subito il suo contenuto, o meglio le persone che interverranno, dalla telefonata della redazione che ti invita a far presto, in quanto il pezzo deve andare subito in stampa. Non importa cosa si dica o cosa accada in quelle noiosissime conferenze ( si sa già che non succederà nulla di particolare), puoi anche andar via prima della loro conclusione, l'importante è che l'evento appaia l'indomani nelle edicole. Poi finalmente arrivi lì sul posto e ti ritrovi davanti sempre lo stesso film. Potremmo intitolarlo "Finzione", perchè finti sono i loro attori protagonisti, finti i loro vestiti inamidati e puliti, le loro cravatte in seta, i loro tailleur firmati; non basta un bel capo profumato a levare l'odore del marciume che si portano addosso. Finte sono le loro continue strette di mano, le pacche sulle spalle, le attenzioni rivolte verso l'oratore di turno; la loro presenza lì è solo dettata da un proprio tornaconto personale. Vuote sono, infine, le parole proferite davanti ad un microfono; molto più significato assumono quelle sussurrate nell'orecchio del proprio sodale. Il film diventa poi addirittura comico quando alla parola conferenza viene aggiunta, con tanto di trattino, la parola stampa. Qui inizia un monologo o dialogo, a seconda di quanti siano i referenti, senza interruzioni, senza soste, ma soprattutto senza domande. Forse sarebbe meglio dire senza domande specifiche, alcune potremmo definirle " di circostanza", paragonabili ad un generico "Come stai, cosa ci fai qui?>>, nell'attesa che arrivi l'agognato ed immancabile aperitivo. Quando, invece, provi ad entrare nel merito, a chiedere soprattutto quanto lo "strepitoso" evento annunciato venga a costare per le povere casse pubbliche, li vedi impallidire, restare sgomenti e sembrano chiedersi "Come? Ad una conferenza stampa mi fai delle domande? E per giunta così antipatiche?". Poi, dopo un minuto di silenzio passato a riprendersi dallo shock, li senti rispondere in modo vago, approssimativo, assicurandoti la buona fede, l'assoluto rispetto delle regole e il nobile scopo dell'iniziativa. Vorresti replicare, ma non puoi, a nessuno interessano le domande di un illustre sconosciuto, e anche se scrivessi come sono andate realmente le cose, ci penserebbe la redazione a tagliare qua e la le parti non gradite. Un'ultima precisazione va fatta per le associazioni, con i dovuti distinguo per separarle da quelle che il bene collettivo lo perseguono davvero. Alcune di esse, invece, hanno come intento ora quello di divenire un piccolo centro di potere, palesando il loro congruo numero di iscritti, che alla buon'ora potrebbero trasformarsi in elettori uniti verso un ipotetico candidato, ora quello di attingere ai vari finanziamenti pubblici attraverso le più disparate quanto inutili iniziative, il più delle volte mascherate dal termine culturale. Ancora meglio se i due intenti vengono perseguiti contemporaneamente. Ci sarebbero da aggiungere i tanti singoli individui. che inviano giornalmente le loro dichiarazioni sui quotidiani locali come viatico breve verso una candidatura, ma per questi mi riservo un post successivo. Alla prossima

giovedì 17 settembre 2009

Un altro blog è possibile...forse!

Ancora un altro blog? La domanda mi è girata e rigirata in mente per molto tempo, accompagnata da altre simili come : a chi vuoi che interessi? Quale utilità potrebbe avere? Le risposte a questi e tanti altri "dilemmi", sinceramente, non le ho trovate, ma ho deciso comunque di tuffarmi in questa nuova avventura di blogger per dare libero sfogo a tutti i miei pensieri, per esprimere le mie modestissime critiche, per sentirmi parte di un mondo, quello della rete, che prescinde i soliti canoni convenzionali, da me sempre sofferti, ed in cui ognuno può dire la sua, senza necessariamente essere qualcuno. Un blog per me, dunque, per non soffrire di ulcera dovuta ai continui rospi ingoiati, e per i miei venticinque lettori di manzoniana memoria( si fa per dire), che magari hanno la voglia e la pazienza di condividere insieme le proprie opinioni. Un blog in itinere, che nasce senza un progetto preciso, dove il condizionale è sempre d'obbligo, sia perché chi lo scrive ha sempre vissuto con lo spauracchio dell' imperativo, sia perché il beneficio del dubbio dovrebbe essere( appunto) un elemento imprescindibile delle nostre certezze. L'unica cosa sicura è che ogni argomento trattato da questo "diario" sarà posto con il dovuto rispetto, senza insulti gratuiti, con l'intento di raccontare sempre la verità, o quantomeno esprimere un punto di vista senza dover ricorrere alla menzogna, alla falsità. Per quanto riguarda il nome del Blog ho preso spunto da molteplici fattori: in primo luogo il mio cognome (Gatto) e successivamente, la volontà di scrivere giorno dopo giorno (almeno spero), come un vero e proprio Quotidiano, che tra l'altro è anche il nome del giornale dove collaboro. Il momento è quello giusto. Da sempre Settembre rappresenta uno spartiacque temporale dove ognuno si ripromette, al rientro dalle ferie, di cambiare o arricchire quella parte di vita che non gli sta a genio, senza poi dar fede alla parola datasi. Io ho deciso di cambiare, di mantenere l'impegno preso, cioè quello di fare questo blog e con esso, magari, portare a compimento quelle mille altre promesse che mi sono sempre fatto e che non ho mai rispettato. Si parte!!