sabato 8 maggio 2010

Immunità parlamentare? No, grazie...preferisco il "Recall"

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Immunità parlamentare…nuntereggae più. Così parlava dell’antipatico privilegio dei parlamentari un famoso brano dell’indimenticabile cantautore Rino Gaetano, nel lontano 1978. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, e quell’antica autorizzazione a procedere nei confronti di deputati e senatori che impediva di diritto lo svolgersi dei procedimenti a loro carico sembrava vedere la sua fine nel ’93. In realtà, negli anni successivi il Parlamento ha creato un escamotage che, di fatto, permette ai giudici di iniziare il processo, ma in sostanza priva loro la possibilità di continuarlo e portarlo a sentenza. Quelle che vengono definite autorizzazioni ad acta prevedono infatti l’autorizzazione da parte della camera di appartenenza per procedere nei confronti di un membro del parlamento per sottoporlo a qualsivoglia misura restirittiva o di indagine. Un esempio ci sarà di aiuto: vuoi intercettare un deputato perché vi sono gravi indizi di reato a suo carico? Devi chiedere l’autorizzazione alla Camera. Così, se quest’ultima dovesse concederla ( ma non lo fa quasi mai) il parlamentare indagato saprà con data certa da quando inizieranno e quando avranno fine le intercettazioni sulle sue conversazioni. Altrettanto è previsto per effettuare una perquisizione personale e domiciliare nei confronti del parlamentare indagato. Il modo di operare è sempre quello: richiesta di autorizzazione al Parlamento e in caso di approvazione, dopo qualche mese di preavviso, si potrà procedere alle perquisizioni del parlamentare ,il quale, nel frattempo avrà provveduto con tutta calma a nascondere o portare altrove eventuali prove di reato a suo carico. Si capisce bene come le speranze di poter continuare un processo nei confronti di un parlamentare siano ridotte al lumicino, ma nonostante ciò la magistratura è riuscita nel corso di questi anni ha beccare col sorcio in bocca alcuni di questi “onorevoli”. E’ proprio per questo che oggi si discute di un ritorno alla vecchia immunità e alla paralizzazione delle intercettazioni. La motivazione è presto detta: Pm politicizzati, che con il loro partigiano intervento minano la democrazia, attaccando gli eletti e sovvertendo la volontà popolare che si è espressa in merito. Ora, anche se questa dichiarazione è del tutto opinabile, voglio farla comunque mia, in particolare quella che richiama alla sovranità popolare. E proprio perché fortemente convinto di questo concetto, volevo lanciare una proposta in merito: il recall. Questo sconosciuto istituto giuridico prevede la possibilità di sottoporre il parlamentare ad una sorta di quesito referendario a seguito del quale, in caso di risposta affermativa, il mandato dapprima concesso dagli elettori viene revocato dagli stessi. Una sorta di diritto al ripensamento o di recesso che viene concesso quando acquistiamo un televisore, un dvd o altro. Le accuse che si potrebbero rivolgere ad un tale strumento sarebbero quelle di un banale populismo, fine a se stesso. Peccato, però, che il Recall sia da decenni in vigore in Stati presi come esempio di democrazia: quell’America che tutti citano quando c’è da liberalizzare i mercati, per poi dimenticarsene quando c’è da seguirla nell’affermazione delle libertà.. Nello Stato della California, ad esempio, l’attuale governatore Arnold Schwarzenegger è stato eletto proprio grazie al “recall” che rimuoveva dall’incarico il precedente presidente Gray Davis. In Italia, l’introduzione del recall fugherebbe tutti quei dubbi sulla politicizzazione della magistratura o sulla rappresentatività dell’onorevole: sarebbe il popolo, infatti, a decidere sulle sorti di chi aveva precedentemente eletto, non esprimendosi sulla sua innocenza o colpevolezza, per la quale solo i giudici possono esprimersi in merito, bensì sulla necessità di continuare a rappresentarli. Provate a pensare a tutte quelle “leggine” introdotte trasversalmente da tutti i gruppi parlamentari (ad esempio l’aumento delle indennità ), che mai figuravano nei loro programmi di governo. Siamo sicuri che l’occasionale promotore di queste leggi sia disponibile ad assumersi questa responsabilità davanti alla possibilità di essere revocato dal suo mandato parlamentare? Infine quando si parla di reintroduzione del nucleare, di legittimo impedimento, di processo breve o altre argomenti simili, siamo proprio sicuri che il popolo le voglia veramente? Il recall potrebbe dare concretamente una sua risposta definitiva.