mercoledì 29 settembre 2010

L’aggressione perdurante su Piazza Matteotti





di Claudio Soluri








Piazza Matteotti, praticamente la piazza principale del Capoluogo di Regione, è lo spazio racchiuso da un lato dal Tribunale storico dinanzi al quale trova spazio il “Cavatore” mentre ai lati lunghi troviamo la sede della BNL da un lato e l’edificio liberty dell’Istituto Tecnico Industriale (ITIS Scalfaro). Per anni è stato uno spazio fondamentale per la città, sia perché fungeva da parcheggio (problema atavico sin da quando Fred e Wilma scendevano in città per fare le compere) e sia perché il suo ruolo di “piazza” veniva svolto integralmente, fruito dalle migliaia di persone che, ogni giorno, per le vie del centro si aggiravano. Studenti, impiegati, casalinghe, nobili e contadini, tutti percorrevano più volte il tratto che dal Tribunale portava a Bellavista, scambiandosi opinioni su questo o su quel movimento politico, scambiandosi auguri durante le festività o semplicemente per ammazzare il tempo. Tutta questa pace regnò fino a quando si decise di interrompere la monocromaticità delle fotografie con la monocromaticità della pavimentazione. Ebbene si, un tale Franco Zagari, decise di portare “colore e vitalità” laddove vi erano edifici spenti e privi di vita. La domanda che si pose poteva essere su per giù di questo tipo: “Ahò, ar posto d’asfalto ce metto du pietre, du palmette e glie mettemo pure na scala a punta..se sa mai che famo er botto!”. E fu così che partirono i cantieri, un geometra del tempo mi confidò che in corso d’opera si sono dovuti sostituire diversi materiali poiché erano fragili e non resistevano neppure all’inaugurazione. Sommariamente la piazza sembra essere stata progettata interamente dall’alto, privo di qualsiasi apporto sentimentale che dovrebbe governare il progettista al fine di vivere dentro di se le emozioni che potrebbero vivere i passanti. Poco importa se è lo stesso Zagari a dichiarare: “Ma sono passati dieci anni, la piazza è sempre piena di gente, soprattutto di giovani”. Una piazza nel pieno del centro scolastico è governata da giovani che tra una marinata di scuola ed un’altra, solevano limonare indisturbati sulle gelide panchine sinusoidali. Beh, a questo punto mi verrebbe da dire: “Diamo un bel premio Nobel all’inventore delle case chiuse” ma nessuno credo che mi darebbe appoggio. Il problema fondamentale di questo e di qualsiasi “concorso pubblico” è che il comune cittadino non ha praticamente alcun potere di scegliere quale dei progetti proposti dai candidati debba meritarsi effettivamente di essere costruito. I concorsi pubblici si fanno con i soldi pubblici, ed è questo il paradosso di tutto questo mondo. Spesso a scegliere sono una piccola equipe se rapportata a cittadine di centinaia di migliaia di persone. Ogni componente è dominato da un certo gusto soggettivo e alla fine a vincere è colui che raccoglie maggiori referenze, o peggio, maggiori legami con l’amministrazione. Sarebbe molto bello, in questo ma in molti altri casi, che a scegliere siano i cittadini tramite dei veri e propri referendum dalla durata di un giorno, chiamati ad esprimersi per la loro città. Poco conta se a presentarsi saranno venti, cinquanta o mille persone, importa che quei cittadini che si sono recati mostrino amore per la propria città, e soprattutto per quel 1.300.000 di euro che dai fondi PISU verranno spesi per creare una gabbia per uccelli.
Claudio Soluri, laureando in Architettura

Con questo post firmato dall'ottimo Claudio Soluri, il blog vuole inaugurare una nuova linea, fatta di proteste, proposte, analisi, approfondimenti e discussioni da parte di giovani professionisti ( e non) catanzaresi e calabresi che vogliono dare il proprio libero e spontaneo contributo alla propria città o alla propria regione. Chiunque legga il blog e voglia partecipare per scrivere sui più disparati argomenti (politica locale, economia, musica, arte) non ha che da contattarmi e sarà presto inserito in squadra. Unico requisito è l’imparzialità, il non schierarsi da una parte e dall’altra solo per ideali politici o peggio ancora per interessi di bottega. Tutto il resto è benvenuto, soprattutto una grande voglia di cambiare lo stato delle cose nella città di Catanzaro e in Calabria. E’ solo un blog, è vero, non abbiamo mezzi, strumenti e denari da spendere, magari nessuno ci leggerà e le nostre opinioni rimarranno qui a marcire nella rete, ma qualcuno diceva che “Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva fare troppo poco”.

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