giovedì 16 febbraio 2012

Incalzo Scalzo con dieci domande

Il grande giorno per il Pd è arrivato. Domani, infatti, è fissata l’apertura ufficiale della campagna elettorale di Salvatore Scalzo, candidato a sindaco per il centrosinistra, con una convention aperta al dibattito con la cittadinanza. Non credo di poter partecipare, ma la curiosità è talmente tanta che voglio concedermi il lusso di fare qualche domanda via web proprio nei confronti del giovane esponente del Partito Democratico catanzarese, con la promessa di fare altrettanto con il candidato del centrodestra nel momento in cui sarà svelato il suo nome. Ma bando ai convenevoli, e iniziamo subito con le domande, partendo dalla fine, dalle dimissioni del sindaco Michele Traversa, non prima di aver fatto un’obbligatoria premessa: Il settimanale “Mezzo euro” ha fornito la sua tesi sulle reali motivazioni che hanno spinto l’uomo del fare alle dimissioni, ossia l’approvazione (contro la sua volontà) da parte del Consiglio Comunale della variante interna del P.I.P n.1 che in pratica consente a Floriano Noto di poter costruire un complesso alberghiero nella zona di Germaneto. Sempre lo stesso periodico ha chiarito che il terreno nell’area interessata, di proprietà della Provincia, era stato acquistato dall’imprenditore catanzarese al prezzo di dieci euro a metro quadro, con il vincolo di insediare un grande stabilimento di conservazione del freddo e che proprio in virtù di questo vincolo il prezzo di acquisto dei terreni è stato fortemente agevolato ( un altro imprenditore acquistò terreni nella stessa zona al prezzo di cento euro a metro quadro proprio per costruirci un albergo).  Non possiamo sapere se l’ormai ex sindaco si sia dimesso proprio per questo smacco, ma l’unica cosa certa è che nella famosa delibera del 30 novembre Traversa era assente, mentre Tu eri presente alla votazione ma ti sei astenuto.
1      A cosa è dovuta questa tua astensione al voto?
2    In soli quattro mesi di lavori, il gruppo consiliare del Pd ha percepito 8.190,00 euro, attingendo (così come hanno fatto quasi tutti gli altri gruppi consiliari) ad un fondo comunale appositamente stanziato. Posso sapere come sono stati impiegati quei soldi (pubblici)?
3     Potresti esibire sul tuo sito le fatture, le ricevute e gli scontrini delle spese sostenute dal gruppo consiliare, in nome di quella trasparenza amministrativa che tanto invochi?
4     Nel prossimo consiglio il tuo gruppo è disposto a rinunciare a questi rimborsi?
5    Ancora una domanda sulla trasparenza. Ti sei accorto che le determine comunali con le quali si stanziano fondi e contributi sono talmente oscure da omettere  persino gli importi, i beneficiari e le motivazioni per le quali vengono concessi tali somme di denaro? Perché non hai evidenziato la loro illegittimità?
6  Per restare in tema, sempre nel mese di novembre, il Tribunale Penale di Catanzaro ha condannato ad un anno di reclusione alcuni esponenti della politica e delle istituzioni locali per aver gonfiato delle fatture al fine di ottenerne i rimborsi dalla Provincia e dal Comune di Catanzaro. Tra questi spicca anche il nome di Vincenzo Bruno, capogruppo del Pd alla provincia. Perché non ne hai chiesto le dimissioni insieme agli altri condannati?
7 A proposito di Province, qual è la tua posizione in merito, devono essere abolite o no?
8 Leggo sui quotidiani locali che sarai affiancato da Rosario Olivo e Pino Soriero per affrontare l’imminente campagna elettorale. Credi ancora di poter parlare di rinnovamento della classe dirigente attorniandoti di persone che da circa trent’anni campano di politica?
9  Alla festa del Pd catanzarese, voi giovani democratici avete venduto biglietti di una lotteria, con in palio avveniristici premi, promettendo un futuro comunicato stampa (fissato per il 31 ottobre) con l’annunciazione dei vincitori. Perché, invece, non avete diramato nessun comunicato?
10 Ci sono stati dei vincitori e quali sono state le modalità di estrazione della lotteria?
Sarò lieto di riempire questi spazi liberi con le tue risposte che (non) sono sicuro arriveranno!!

martedì 14 febbraio 2012

Incontri con coalizioni dell’altro tipo

Non starà né con il centrodestra, né con il centro sinistra, ma non vuol sentir parlare di terzo o quarto polo. Si presenta alla conferenza stampa con una frase “la città che vogliamo”, ma giura che non si tratta di uno slogan. E’ la nuova coalizione nata dall’accordo tra Udeur, Socialisti Riformisti e Azione Popolare che, insieme a qualche associazione cittadina, competerà da sola e senza apparentamenti alla prossima tornata elettorale di Catanzaro. Non ufficializza il proprio candidato a sindaco, ma al suo posto esibisce uno schema di programma riassunto in dodici punti, tra cui spicca il ritorno ad una “normalità” nell’amministrare la città, il riacquisto del ruolo di capoluogo di regione per Catanzaro, il ripristino della legalità e della sicurezza, la valorizzazione del centro storico e delle periferie, l’emergenza ambientale. E per spiegare le sue intenzioni lascia la parola ai singoli rappresentanti dei vari partiti senza dimenticare l’immancabile appello alle forze positive della città affinché si uniscano alla nuova piattaforma. I primi a presentarsi sono gli esponenti di Azione Popolare, ossia Giuseppe Mazzullo, Filippo Capellupo e Peppe Apostoliti che non risparmiano critiche all’amministrazione uscente, paragonando l’ex sindaco Traversa al capitano Schettino che abbandonò la nave proprio nel momento in cui affondava. Stesso giudizio è riservato anche alla precedente giunta Olivo, in un amarcord collettivo verso il compianto primo cittadino Benito Gualtieri (sindaco di Catanzaro circa quindici anni fa) della cui giunta faceva parte Mazzullo. A questo punto occorre fermarsi un attimo per chiarire cosa sia il partito Azione Popolare, nato nel 2011 per mano dell’onorevole Silvano Moffa. E basta aprire Wikipedia per riassumere brevemente la storia di Moffa, ex An, poi Pdl e successivamente Futuro e Libertà (per rimanere agli ultimi anni), pronto a votare la famosa sfiducia al Governo Berlusconi, ma al momento della votazione alla camera non si presenta e passa al gruppo misto, fondando in seguito “Popolo e Territorio” che altro non è che il nuovo nome dei famosi “Responsabili”. Insieme a Moffa nel gruppo parlamentare “PeT” aderiscono anche Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori e Giampiero Catone, con gli ultimi due che assunsero ruoli di sottosegretari nel Governo Berlusconi, dopo aver votato a favore sulla fiducia. E a questi leader si sarà ispirato anche il nostro Filippo Capellupo, ex dc, con un passato di Assessore alle attività produttive nelle giunte provinciali di centrodestra targate Traversa, passato alle ultime regionali nelle file dell’Italia dei Valori e ora in Azione Popolare. Attualmente il nostro è anche Presidente della Pro-Loco catanzarese, vice-presidente nazionale dell’associazione internazionale degli ostelli della gioventù e presidente della commissione provinciale per l’emersione del lavoro irregolare. Ed è sempre quest’ultimo a scaldarsi quando domando come intenda attuare quei punti fissati sul programma, dato che corrispondono alle solite e generiche intenzioni di ogni schieramento, di destra, sinistra o centro che sia. La risposta di Capellupo è una via di mezzo tra la velata minaccia e la sottile allusione, illustrandomi una proposta di legge sugli editori affinché paghino i propri corrispondenti, in particolare quelli giovani, minacciando altrimenti la chiusura dei giornali. Sul punto (l’unico, non preoccupatevi) sono completamente d’accordo, ma cosa c’entra con la domanda sul come attuare il programma elettorale da egli stesso illustrato? Ma non dimentichiamo gli altri appartenenti alla coalizione, come i Socialisti Riformisti, i quali anch’essi fanno riferimento ad un deputato, ossia l’onorevole Stefania Craxi, passata dal Pdl al gruppo misto, con incarichi di sottosegretario sempre sotto il Governo Berlusconi, ma soprattutto figlia orgogliosa di cotanto padre Bettino, e qui non occorre nemmeno Wikipedia per ricordare la sua morte in latitanza nella Tunisia di Ben Alì per sfuggire alle manette che lo attendevano in Italia. A livello locale, i Socialisti Riformisti catanzaresi, rappresentati da Maria Teresa Laurito, hanno apertamente appoggiato Traversa nella sua ultima campagna elettorale, salvo poi ripensarci quando l’uomo del “detto-fatto” si dimise dalla poltrona di primo cittadino. Dulcis in fundo, ad entrare nella nuova coalizione c’è anche l’Udeur cittadina, cofirmataria del programma elettorale al cui dodicesimo punto impone di evitare gli scippi perpetrati nei confronti della città di Catanzaro. Un assist formidabile alla mia domanda successiva, dato che l’Udeur è lo stesso partito in cui militava Clemente Mastella all’epoca della scellerata decisione di spostare la scuola di magistratura dal nostro capoluogo a Benevento, durante il suo incarico di Ministro di Grazia e Giustizia del governo Prodi. La riposta del segretario cittadino Udeur è laconica “Il problema non è tanto Mastella, altri sono stati gli scippi drammatici per la nostra città”. Ecco, appunto, la colpa è sempre degli altri!

mercoledì 8 febbraio 2012

La macchina del Pongo

Ma quale macchina del fango? Quale metodo Boffo o Saviano? A Catanzaro questi squallidi mezzucci dei media per colpire l’avversario politico di turno sono in realtà superati dalla macchina del pongo, che crea i suoi pupazzi di plastilina dopo aver ripulito ben bene le superfici sporche su cui si poggiano. Perché si sa, il pongo ha bisogno di basi libere da ogni impurità per poter attaccare meglio, per far breccia nell’elettorato medio, nei cittadini speranzosi delle capacità del nuovo o vecchio eroe di turno. Non conosce colore politico la nostra macchina del pongo, preferendo il grigio istituzionale e filo-amministrativo, perché da questo trae sponsorizzazioni e fondi per oliare i suoi marchingegni, ma non dimenticando anche chi sta all’opposizione, persino la più insulsa, la più inconsistente. Hai visto mai che, di questi tempi, anche loro possano arrivare nelle stanze dei bottoni? La macchina del pongo predilige internet per diffondere il suo verbo (ma non disdegna la carta stampata), spacciando per notizie quelli che in realtà sono comunicati stampa diramati da enti pubblici, politici locali, associazioni culturali e chi più ne ha più metta. Come se non bastasse, a scrivere e fornire queste veline preconfezionate sono gli stessi ponghisti disseminati qua e la nelle varie armate Brancaleone, in un giro di posta elettronica che in breve tempo si trasformerà in nuova e fresca notizia tutta da cliccare. Capita spesso, inoltre, che qualche giornalista faccia parte dell’ufficio stampa di un ente pubblico e contemporaneamente delle redazioni locali, con buona pace del proprio codice deontologico, utile solo per la famosa frase di Totò alla  minacciata carta bianca dal Maggiore Kruger ne “ I due colonnelli”. O, addirittura, può succedere di trovarsi di fronte ad un giornalista candidato alle elezioni comunali che continua nel suo lavoro di corrispondente, recensendo anche gli appuntamenti del candidato dello schieramento avverso. La macchina del pongo non obietta, non fa domande nel corso delle conferenze stampa, tenendo chino il capo sul suo taccuino, in attesa di riempirlo di inchiostro dal dettato proferito dai giganti di cartapesta. E da quest’ ultimi aspettano, poi, il ricambio del favore, che può avvenire attraverso un semplice gettone o una proficua collaborazione pubblica. Provate ad aprire le ultime consulenze esterne della Regione Calabria, o ad apprendere delle delibere comunali che premiano i migliori servizi giornalistici sulla Notte Piccante catanzarese. Ed allora tutto si spiega, tutto è un successo, tutto va bene madama la marchesa, tutto è straordinariamente bello nella città dei tre colli, dove non si conosce la crisi, il disagio sociale, gli intrecci affaristici, e soprattutto non si deve conoscere chi è stato l’artefice di questa situazione. L’assessore x ha fatto il ruttino? E giù con strali di complimenti, felicitazioni e “viva soddisfazione” tra gli stessi sodali per “l’incredibile risultato raggiunto”. Chissà cosa penserebbe a tal proposito il grande capo indiano Estiqaatsi, il personaggio nato dal genio comico di Lillo e Greg, su queste importantissime dichiarazioni. Per la par condicio, via libera alle immancabili risposte degli avversari politici che “ esprimono disagio/ preoccupazione/ sgomento” per il ruttino appena emesso dall’amministratore (Estiqaatsi…cosa ne pensa di questi altrettanto fondamentali comunicati?). Un gioco al massacro (apparente) tra i vari schieramenti opposti che così facendo distraggono i cittadini dalla percezione dei veri problemi. Ma non è solo la politica ad entrare nelle grazie della macchina del pongo. Anche l’imprenditoria, gli esercizi commerciali, i musei, i teatri sono oggetto delle cortesie della macchina del pongo, a cui, più che la notizia, importa  dell’acquisto di uno spazio pubblicitario. E scommettiamo che se l’azienda di turno, la quale avrà prima generosamente sponsorizzato il sito giornalistico, organizza una qualsivoglia rassegna musico-cultural-artistica, questa sarà acclamata con il più classico dei successi? (A proposito, in luogo del solito titolo “Successo per…” suggerirei di cambiare ogni tanto con sinonimi come giubilo, trionfo, visibilio, gaudio, grande affermazione!!). Per fortuna, non è tutto marcio. Esistono ancora professionisti seri che fanno il loro lavoro di giornalista, vissuto quasi come una missione, magari al chiuso di una redazione o continuamente in giro per le strade, in attesa di poter pubblicare l’inchiesta scottante tenuta per mesi nel proprio cassetto. Ma per far si che questi cassetti vengano finalmente aperti, bisogna dare un messaggio chiaro e univoco di quali notizie vogliamo effettivamente venire a  conoscenza, non dimenticando mai che gli editori spingono legittimamente alla vendita di un formato piuttosto che di un altro in base alla domanda dei suoi lettori. Se vogliamo continuare a crogiolarci sulla famosa isola felice chiamata Catanzaro, la macchina del pongo potrà cantare vittoria, inglobando anche quei pochi buoni giornalisti rimasti da soli a lottare contro un muro di plastica. Ma se davvero esiste una voglia comune di riscossa, una forte indignazione della società che sempre di più chiede di poter conoscere gli angoli oscuri della propria città, allora state certi che quei giganti di cartapesta e con essi i suoi servitori, saranno spazzati via dai venti imponenti dei nuovi media.