mercoledì 6 marzo 2013

L'assessore smemorato

Dev'essere proprio dura la vita degli addetti stampa, soprattutto per quelli che si occupano dei comunicati dei vari amministratori locali. Non fai in tempo a studiarti la migliore formula per esprime la più viva delle soddisfazioni o la più cupa delle preoccupazioni, che subito sei costretto a ritirarti in sordina o ad inventarti chissà cosa per giustificare le parole del giorno prima. Per fortuna, a venire in soccorso ai malcapitati sono gli stessi "colleghi" (alcuni, non tutti), rinchiusi dall'altro lato delle scrivanie, quelle delle redazioni, che si guardano bene dall'evidenziare le contraddizioni o dal formulare domande per il cambio di opinione. Che sarà mai, tutto passa, tutto si dimentica nella città dei tre colli. Prendiamo il caso di Giovanni Merante, neo assessore alle attività economiche del Comune di Catanzaro, nonchè assessore alla Provincia dello stesso capoluogo.
Maggioranza di transfughi.
 I mal di pancia dell'esponente di "Democrazia e Centralità" risalgono all'atto delle paventate (e poi concretizzate) dimissioni del sindaco Michele Traversa, quando, durante una trasmissione televisiva e rivolgendosi alla sua stessa coalizione, parlò di "maggioranza di transfughi". Come tutti sanno, l'uomo del fare si dimise dalla carica di primo cittadino e, dopo qualche mese di commissariamento, quella stessa maggioranza di cui parlava Merante tornò a guidare l'aula rossa di Palazzo De Nobili, grazie al responso delle urne che ancora una volta le affidavano l'incarico di amministrare la città. E sarà per le dichiarazioni di cui sopra, sarà perché si sia preferito qualcun'altro al suo posto, ma il nuovo primo cittadino, Sergio Abramo, si guardò bene dal riservare un incarico di assessore al "ribelle". Apriti Cielo! Appena formata la nuova giunta, Giovanni Merante dirama un comunicato in cui, prima evidenzia il suo peso in termini di voti e proposte nella campagna elettorale, poi sferra il suo attacco personale nei confronti di importanti esponenti della maggioranza neo eletta.
Abramo, Tallini e Aiello, c'eravamo tanto amati.
 Nel mirino dell'assessore provinciale finiscono lo stesso Abramo ("candidato, affabile, sorridente, spedito, scevro dalle logiche, cambia, improvvisamente, dopo la sua elezione. Diventa corrucciato, si incontra in riunioni fuori dalle sedi dei partiti, dialoga solo con alcuni e tralascia la normalità, celandola dietro uno spasmodico amore per la sua città"), e soprattutto Mimmo Tallini e Piero Aiello. Per i due assessori regionali, Merante non ha alcuna riserva e ad entrambi rivolge il suo j'accuse: "La giunta è sganciata dalle logiche, ma, gli stessi (Tallini e Aiello) hanno ottenuto per i loro uomini e donne, tutte le deleghe strategiche per lo sviluppo della città a volte con accoppiate che nulla hanno a che vedere con il tanto millantato tecnicismo ventilato da Abramo". Merante rincara la dose e protesta contro "un elenco studiato a tavolino dai 2 assessori regionali che prevede un’occupazione strategica di tutte le postazioni di sottogoverno, cui stiamo già assistendo in queste ore, nonostante la situazione drammatica cui versano le partecipate dell’ente dal punto di vista finanziario e gestionale. Tutto ciò, chiaramente, senza nessuna autonomia decisionale del Sindaco." La nota termina con degli inquietanti interrogativi "Ed allora si è veramente messa in moto una macchina devastante di occupazione di spazi politici all’interno del PDL, della macchina comunale, e quindi della città da parte di qualche capobastone? Chissà, se questa fatidica operazione, malcelata, di un gruppo di facinorosi  politici del centrodestra ha  a che vedere con le dimissioni di Traversa che di certo per coraggio ed autonomia e storia personale non le avrebbe consentite?
Le repliche degli interessati non tardano ad arrivare, così come le controrepliche e i comunicati pro e contro Giovanni Merante da parte dei rispettivi sodali. E in questo volare di stracci a destra e al centro, ci si rinfaccia l'uno il mentore dell'altro, con Piero Aiello pronto a difendere i rapporti politici e personali con l'amica Marisà Fagà, e lo stesso Merante orgoglioso nel rivendicare la condivisione di un progetto politico con Wanda Ferro. L'acceso e interessantissimo dibattito potremmo annoverarlo come un'interpretazione in chiave post-moderna del più arcaico interrogativo in" strictu" jermito catanzarese, allorquando ci si presenta ad una persona avanti con l'età, che con fare sospettoso e sguardo dubitativo ci chiede: "Ma tu, a cu apparteni?".
La vittoria della squadra.
Passano alcuni mesi, Abramo vince l'ennesima elezione suppletiva disposta dal Tar nelle otto sezioni in cui sono state riscontrate irregolarità alle precedenti consultazioni elettorali. Il clima torna improvvisamente sereno, il sindaco pare aver ritrovato il sorriso e per Merante si respira profumo di assessorato. E sarà per questo, o forse per una improvvisa folgorazione sulla via di Damasco, che il nostro ribelle rientra nei ranghi e dirama un comunicato proprio nei confronti dei suoi precedenti bersagli. "Si è affermata nella città capoluogo -afferma Giovanni Merante- una nuova cultura nel modo di fare politica ed amministrazione, fortemente legata al territorio e alle esigenze della comunità, lontana dalle ideologie e dalle logiche di schieramento. Con Sergio Abramo, affiancato da personalità come Mimmo Tallini, emerge una classe dirigente autonoma, capace di difendere gli interessi della città senza sudditanze psicologiche". E poi ancora: "La nostra coalizione ha le idee chiare, vanta un programma solido, una maggioranza larga e coesa, leader politici di assoluto valore come Abramo, Tallini e Aiello, gli unici che oggi possono tenere alta la bandiera della città di fronte ad un attacco concentrico che viene da tutti gli schieramenti politici. L'amore ha trionfato ancora una volta, dunque, Giovanni Merante ottiene l'assessorato alle attività economiche e tutti vissero felici e contenti. Tutti tranne gli addetti stampa che tremano davanti all'ipotesi di dover tornare a scrivere per l'ennesima volta il finale della favola.