domenica 1 agosto 2010

Non e' un paese per vecchi...e nemmeno per disabili




10 centimetri scarsi. Tanto misurano in altezza i marciapiedi del corso "Umberto I" di Soverato. Un piccolo balzo, un leggero allungo della gamba ed ecco che anche un bambino e’ pronto per vivere la sua tranquilla passeggiata lungo la via commerciale della “Perla dello Jonio”. Purtroppo, pero’, nella vita tutto e’ relativo, e quegli stessi dieci centimetri che cosi agevolmente vengono superati dalla maggior parte dei passanti, diventano per altri una vera e propria barriera insormontabile. Gli “altri”, in questo caso, sono tutti coloro i quali non hanno la fortuna di poter camminare con le proprie gambe, costretti su di una sedia a rotelle, o forzati dall’uso delle stampelle. Queste persone, grazie ai futuristici marciapiedi, dipendono ancora di piu’ dagli umori dei loro accompagnatori, i quali con tutta la buona volonta’ si trovano costretti a sobbarcarsi il peso del loro amato “trasportato” ogni dieci-quindici metri di strada, rendendo praticamente un inferno quella che, in realta’, avrebbe dovuto essere una tranquilla giornata di shopping. Eppure esistono delle norme in merito che vincolano i comuni all’abbattimento progressivo delle cosiddette barriere architettoniche. E forse qualche stralcio di queste norme e’ persino giunto fino ai palazzi comunali, dato che il lungomare percorso ogni notte dalla ” movida” soveratese e’ provvisto, giustamente, degli scivoli che tanto agevole rendono il passaggio a chi ha difficolta’ nella deambulazione. Quegli stessi scivoli che, a volte, troviamo addirittura presenti sul corso all’ingresso dei suoi marciapiedi, ma non all’uscita. Solo ad alcuni, sia chiaro. Potrebbe essere una nuova strategia di marketing che per invogliare i turisti allo shopping li blocca materialmente davanti alle vetrine dei negozi, in attesa di qualcuno che alla sera li riaccompagni a casa. In realta’ questa mancanza di sensibilita’ e’ l’ennesima presa in giro per i tanti portatori di handicap, per gli anziani e per tutti quelli che hanno la disgrazia di non poter camminare da soli, irrisi non solo da automobilisti ignobili che invadono i loro posti auto riservati, ma anche da un Comune che forse e’ troppo impegnato a discutere di parcheggi a pagamenti o meno. Cronaca di un anacronismo, cosi recitava una scena di un film del prestigioso “Magna Graecia Festival” di Soverato , e forse di quella Magna Graecia che fu abbiamo ereditato l’aspetto piu’ spregevole: il disprezzo per i disabili. Ma qui non c’e’ nessuno che batte il ciak finale, a convincerci che, in fondo, quello che abbiamo visto e’ il solito film ambientato nel passato. Purtroppo per noi e’ la dura realta’.

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