Nella vana speranza che siano fugati tutti i dubbi
sui presunti brogli elettorali alle ultime amministrative catanzaresi e
nell’angosciante incertezza riguardo l’indagine a carico di un prossimo
consigliere comunale per il gravissimo reato di voto scambio, vediamo di capire
quali siano gli unici punti fermi rimasti all’ombra dei tre colli. Uno di
questi è il totale fallimento dell’intera classe dirigente cittadina, da
sinistra a destra passando per il centro, e chi non lo ammette, vuol dire che
non vive nella città di Catanzaro, non ne legge i suoi bilanci, non ne percorre
le sue strade dissestate, non ne respira l’odore nauseabondo dei suoi quartieri,
e, soprattutto, non ne osserva il volto dei suoi tanti giovani e vecchi rassegnati
ormai ad una vita di stenti in mancanza di uno straccio di lavoro. Un’altra
certezza è che il prossimo Consiglio Comunale (qualora fosse proclamato) sarà
composto da indagati, condannati in primo grado (per stessa ammissione del
sindaco Abramo nel corso di una diretta televisiva) e dagli ormai soliti e
immancabili trasformisti che cambiano partito e schieramento a seconda di come
soffia il vento. Pur rispettando il principio di non colpevolezza fino ad una
sentenza passata in giudicato che ne dimostri il contrario, e pur mantenendo
fede alla volontà degli elettori che, nonostante tutto, hanno deciso di
affidare ai propri consiglieri di fiducia la loro rappresentanza, mi sia
lasciato almeno il beneficio del dubbio riguardo alla bontà amministrativa del
futuro Consiglio, visti i precedenti delle alterne maggioranze e opposizioni
sin qui insediatesi a Palazzo De Nobili. E poiché il dubbio non assale soltanto
chi scrive ma i tanti catanzaresi che per diverse ragioni non sono andati a
votare o l’hanno fatto “turandosi il naso”, non resta che reagire mantenendo alto
il controllo sui nostri eletti. Un modo può essere certamente quello di
trasmettere in diretta web le sedute del consiglio comunale, ma in attesa di
una sua (improbabile) attuazione, sappiate che non è il solo strumento utile a
garantire quella trasparenza tanto invocata e mai perseguita dai partiti di
diverso colore. Un mezzo certamente efficace, già nelle nostre disponibilità, è
la consultazione giornaliera di quell’albo pretorio on-line che ogni comune
deve obbligatoriamente dotarsi. Solo spulciando tra i vari provvedimenti in
esso contenuto, ad esempio, possiamo scoprire quanto ha stanziato il nostro
comune durante i sette mesi della passata sindacatura nei confronti dei gruppi
consiliari. Centoseimila euro complessivi elargiti, mese dopo mese, nei confronti delle
varie liste di maggioranza e opposizione presenti in Consiglio, ad eccezione
del gruppo Autonomia e Diritti che stranamente non ne ha mai fatto richiesta. E
sempre dall’albo pretorio passa qualsiasi spesa relativa alla manutenzione di
una strada, all’acquisto di beni di consumo per gli uffici comunali, alla
concessione di contributi nei confronti di un’associazione per le diverse
attività. Sarà un caso, ma proprio gli atti che contengono questi impegni e
liquidazioni di spesa risultano, in più di un’occasione, davvero difficili da
consultare sul sito del Comune di Catanzaro, dove si omettono a volte gli
importi delle spese, a volte i beneficiari, o persino l’attività interessata.
Nessun problema per quanto riguarda le delibere di giunta e di consiglio che sono
pubblicate nella loro interezza e subito dopo essere state approvate. Le
difficoltà, invece, sorgono quando si vogliono conoscere le determine
dirigenziali, ossia i provvedimenti adottati dai dirigenti dei diversi settori
comunali per affrontare spese, acquisti e via discorrendo. Queste sono
pubblicate in rete in un unico file pdf e con estremo ritardo, mediamente il
mese successivo alla loro adozione. L’aggregazione di un numero cosi corposo di
determine (a volte superano le centinaia) frustra la pazienza di un semplice
cittadino che, pur non essendo avvezzo alla burocrazia locale, decida di
controllare se il proprio comune spenda bene i propri soldi. Ma l’albo pretorio
on-line del Comune di Catanzaro riesce a far peggio non pubblicando nella sua
interezza le singole determine e limitandosi a trascrivere il solo oggetto che
ne dovrebbe (ma non lo fa) anticipare il suo contenuto. Eppure,
sull’obbligatorietà di pubblicazione delle determine dirigenziali si è espressa
addirittura la Corte Costituzionale nel lontano 1979, preceduta dal Consiglio
di Stato nel 1977, seguite entrambe da
altre pronunce simili adottate negli anni successivi. E poiché dal 2011 è
imposto obbligatoriamente alle pubbliche amministrazioni di abbandonare l’albo
pretorio cartaceo e dotarsi esclusivamente di quello on-line, va da sé che le
attuali pubblicazioni delle determine del Comune di Catanzaro risultino
quantomeno oscure e incomplete, per non dire illegittime. Ma non è in punta di diritto che voglio ridurre
la questione, quanto piuttosto su di un principio di ragionevolezza che
accomuna tutti noi nel mentre effettuiamo un banale acquisto. All’atto di
decidere come spendere una qualsiasi cifra, infatti, abbiamo bisogno di
conoscere il costo prima ancora del beneficio e non si comprende perché non si
possa fare altrettanto con le spese affrontate dal comune in cui si vive che
usufruisce delle nostre tasse. E allora chiediamoci sempre quanto sarà costato
un convegno, uno spettacolo, una festa di quartiere, una pubblicità sui siti
d’informazione, una missione del nostro consigliere eletto, una riparazione di
una strada che il Comune ha così alacremente disposto per noi, pretendendone sin da ora la
pubblicazione integrale nel rispettivo albo pretorio. Chiediamoci chi sono i
soggetti beneficiari di quella somma e perché sono stati scelti proprio loro in
luogo di altri. Non deleghiamo nessuno a far ciò. Opponiamoci sin da ora allo
sfascio economico e finanziario della nostra città e controlliamo la
concessione di ogni minimo centesimo. Non aspettiamo che siano i partiti a
farlo per noi, perché in tal caso potrebbe essere già troppo tardi.
giovedì 17 maggio 2012
venerdì 11 maggio 2012
Comunque vada sarà insuccesso
Una sconfitta per tutti. Non riesco a trovare altri
termini per riassumere la squallida situazione pre e post-elettorale
delineatasi nella città di Catanzaro. E l’affermazione deriva non solo dalle
ombre di brogli elettorali, dall’indagine sulla compravendita di voti a carico
del candidato della lista civica “Per Catanzaro”,Francesco Leone, ma anche dalla
legittima e democratica elezione dei “nuovi” consiglieri che tra qualche giorno
siederanno a Palazzo De Nobili. Sulle prime sarà come sempre la magistratura ad
avere l’ultima parola, accertando se vi siano stati o meno condizionamenti,
errori nel calcolo delle schede vidimate, soldi da elargire ai propri elettori.
Sui secondi è stata la città, o almeno una sua parte, ad esprimere il suo
orientamento rieleggendo i propri candidati, evidentemente paghi per l’ottimo
lavoro in Comune sin qui svolto, o votando le new entry sulla scia di un nuovo
o antico rapporto di fiducia . Catanzaro ricorderà a lungo questi interminabili
giorni di spoglio non tanto per il dubbio sui voti di scambio, cui la città si
è rassegnata da tanto tempo, quanto piuttosto per aver appreso con certezza il
suo carattere decisivo nel determinare la vittoria elettorale. Centotrenta
voti, infatti, sono utilissimi per sancire l’elezione al primo turno di Sergio
Abramo, evitando così il ballottaggio, ma si rilevano assai esigui se
rapportati ai cinquecentosettantacinque ottenuti dal neo consigliere comunale
Francesco Leone sul quale pesa come un macigno, l’inchiesta sulla compravendita
di voti. Tuttavia, dall’altro lato non riesce a convincermi la pseudo-
battaglia per la legalità organizzata in fretta e furia dal Pd catanzarese nei
giorni del caos totale in cui si susseguivano rapidamente le notizie d’irregolarità
nei seggi elettorali. E non mi convince non solo perché il sit-in davanti la
Prefettura è stato sbandierato al grido di “Scalzo sindaco”, mortificando le
intenzioni di chi da semplice cittadino avrebbe voluto urlare il suo sdegno,
quanto piuttosto per la partecipazione allo stesso presidio da parte di un
esponente e consigliere provinciale del Pd condannato in primo grado per
truffa. E’ la solita e spocchiosa ipocrisia della sinistra che in virtù di una
superiorità morale smentita dai fatti si arroga il diritto di appropriarsi di
un concetto e di un valore come la legalità che non ammette figli o figliocci,
ma solo fedeli fautori. Una schizofrenia dimostrata anche nell’insinuare il
dubbio sui voti dei Rom espressi nel quartiere Santa Maria a favore di Sergio
Abramo, tacendo sul successo di Scalzo in un altro quartiere non certo felice
come Pistoia. Ma non era la sinistra a difendere i valori dell’eguaglianza,
senza alcuna discriminazione di sesso, razza o etnia, al contrario di una
destra razzista e xenofoba? E cosa dovremmo dire, allora, di una destra locale,
tanto devota al suo imperatore decaduto Silvio Berlusconi, il quale per anni ha
parlato di brogli da parte dei comunisti all’indomani di ogni sconfitta
elettorale, che richiama ora al senso di responsabilità delle coalizioni
perdenti? Per non parlare della sua chiusura di campagna elettorale incentrata
sulla figura di Francesco Rutelli, ex avversario del Cavaliere, e coinvolto
indirettamente nella nota faccenda del tesoriere della Margherita, Lusi. Gli interrogativi sono in realtà pura retorica
utili solo per far comprendere come non si possa ridurre e semplificare un
ragionamento dietro sterili e ormai superati schemi di partito. Ma se i partiti escono con le ossa rotte da
questa ennesima tornata elettorale, non può dirsi che la cosiddetta società
civile ne venga fuori bene. Tanti, infatti, saranno stati i voti di questa ad
arricchire i già ampi consensi dei vari consiglieri comunali che da qui a breve
s’insedieranno a palazzo. Uno di questi, ad esempio, è Carlo Nisticò, ex Pd,
presidente della commissione urbanistica nella giunta Olivo, passato nell’Udc
con lo stesso incarico durante la mini sindacatura Traversa, eletto nella Lista
“Scopelliti presidente” con ben ottocentotrentatre voti. Un ottimo risultato
per l’unico nome della politica svelato tra i tanti omissis coinvolti in
un’inchiesta condotta dalla procura su mafia e appalti e che riguarda
direttamente il Comune di Catanzaro. Sfonda ed è eletto come primo nella lista
di “Catanzaro con Abramo”, Tommaso Brutto, che si aggiudica seicentoottantotto
consensi, nonostante penda una sentenza di condanna in primo grado per truffa
al pari del già citato Bruno del Pd. Nessun avviso di garanzia o alcuna
indagine ha raggiunto,invece, il più votato tra i consiglieri comunali, Sinibaldo
Esposito che dall’alto dei suoi milletrecentosedici voti supera addirittura
l’assessore regionale al personale, Mimmo Tallini. Il paradosso è che mentre il
nostro presidente della Fondazione Campanella si appresta ad insediarsi al Comune,
i dipendenti della stessa fondazione protestano in piazza per i loro mancati
stipendi e per un futuro che si annuncia sempre più infausto. Ora, addossare
tutte le colpe di questa situazione nei confronti di Esposito è piuttosto
ingeneroso, visto le responsabilità diretta della Regione Calabria governata prima da
Agazio Loiero e ora da Giuseppe Scopelliti, ma ci sarà pure un demerito da
attribuire nei confronti del suo attuale Presidente? Così evidentemente non ha
pensato l’elettorato che si dimostra coerente nelle proprie intenzioni di voto
premiando, dall’altra parte, Manuel Laudadio, figlio del più noto Franco, ex
presidente dell’Ambiente e Servizi di Catanzaro con un passato di assessore
regionale ai trasporti. Una scientifica e metodica coerenza contraddittoria che
ha portato all’elezione di Francesco Passafaro (presidente del consiglio
comunale durante la giunta Olivo, passato con Traversa nelle scorse elezioni e
rientrato ora nei larghi ranghi del Pd), Roberto Guerriero, da sempre socialista, con
una piccola parentesi a favore dell’uomo del fare, ed Eugenio Riccio, ex esponente del movimento
Catanzaro nel Cuore, consigliere di maggioranza nelle alterne sindacature di
sinistra e destra. Di fronte, dunque, ad una Catanzaro che appare sempre più
come l’incarnazione di Babilonia, non posso dimenticare, proprio nel giorno
dell’anniversario della morte di Bob Marley, il suo messaggio di redenzione,
affinché siano spezzate definitivamente le catene che tengono ancora in
ostaggio le nostre menti. Solo così potremo impedire quel fallimento per la nostra città che sembra proprio dietro l'angolo!
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