venerdì 26 ottobre 2012

Riordino delle Province, le parole stanno a zero.

E adesso dimettetevi tutti! E' la prima e spontanea considerazione che mi sovviene leggendo l'ordine del giorno approvato quasi all'unanimità (unico voto contrario quello del Consigliere Giuseppe Giordano, Idv) dal Consiglio Regionale della Calabria sul riordino delle Province. Per capire, però, a cosa sia dovuta l'escalamazione iniziale occorre fare un piccolo passo indietro, precisamente al 22 ottobre, data di convocazione congiunta delle assemblee consiliari comunali e provinciali di Catanzaro. Nelle sale della Provincia andava in scena, infatti, la passionale discussione sulla riduzione degli enti intermedi a cui partecipavano anche esponenti del consiglio regionale calabrese del calibro di Mimmo Tallini (assessore al personale regionale), Piero Aiello ( assessore all'urbanistica) e Enzo Ciconte. Tutti d'accordo sul fatto che l'eventuale e forzosa riduzione delle Province dovrebbe prevedere il ritorno alle origini, ovvero l'accorpamento di Vibo Valentia e Crotone alla Provincia "madre" Catanzaro, e per mettere nero su bianco tali intenti spunta  fuori anche un documento firmato dai consiglieri regionali Tallini, Aiello, Parente, Magno, Principe, Amato e Loiero. Un accordo bypartisan, dunque, per scongiuare l'ipotesi di un accorpamento di Crotone con Cosenza e risconocere al capoluogo di regione i suoi due vecchi territori. Non poteva mancare, ovviamente, l'intervento del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che con veemenza e quasi urlando dichiara la propria indignazione per una tale eventualità. "Dimettiamoci tutti" - ha tuonato il primo cittadino, dichiarandosi stufo delle belle parole e invocando l'abbandono dei partiti e invitando la gente a non andare a votare alle prossime elezioni qualora passasse questo tipo di suddivisione che penalizzerebbe Catanzaro. "Con la suddivisione delle Province, in passato, abbiamo indebolito le associazioni industriali. Stessa cosa -sottolinea Sergio Abramo- accade per la Camera di Commercio e la Questura. Saremmo soprattutto debolissimi nella ripartizione dei fondi"(Il Quotidiano della Calabria - pag.29 del 24/10/2012). Applausi scroscianti per l'intervento del sindaco che raccoglie consensi e sorrisi anche da molti componenti del consiglio regionale. Si passa alla votazione e i due consessi riuniti esprimono, tuttavia, un documento che prevede il mantenimento delle cinque province e, solo in caso di bocciatura del ricorso alla Corte Costituzionale, il ritorno alla provincia madre. Tralasciamo per un attimo la coerenza di Sergio Abramo che prima parla di indebolimento a causa della passata suddivisione e poi si vede approvare dal suo consiglio il mantenimento delle stesse e arriviamo al giorno della seduta in consiglio regionale. I consiglieri catanzaresi sono tutti uniti finalmente dal documento approvato il giorno prima, salvo qualche piccola esclusione, e si preparano ad affrontare la battaglia per la difesa del capoluogo. Ma qualcosa va storto e dopo cinque ore di intenso lavoro il Consiglio Regionale della Calabria approva un ordine del giorno in cui chiede  semplicemente la deroga al Governo al fine di mantenere le attuali  cinque province (Vibo Valentia e Crotone comprese). E dov'è finito l'eventuale ritorno alla provincia madre in caso di accorpamento? Ritirato! Lo spiega l'assessore Tallini dichiarando,inoltre, che è stato costretto a farlo per non rompere l'unità del Consiglio Regionale. Il Governo, quindi, nel redigere il decreto di riduzione delle Province dovrebbe fare un'eccezione per la Calabria. Forse perchè è una regione più simpatica delle altre e merita questo trattamento di favore. O forse perchè come dice Loiero " alcuni equilibri territoriali sono ormai ampiamente consolidati". E' del tutto evidente, tuttavia, che qualora la deroga venisse concessa alla Calabria con il mantenimento delle cinque province, stessa cosa dovrebbe attuarsi con le altre regioni con buona pace del decreto di rimodulazione e riduzione delle spese. Ma c'è un aspetto importante, tralasciato da qualcuno, che fa sorridere giusto per non piangere. Nell'ormai celebre Consiglio dei Ministri del 20 luglio, oltre a decidere i criteri per la ripartizione delle province, il Governo affidava al Consiglio delle autonomie locali di ogni Regione il compito di deliberare in merito, cioè di prendere una decisione nel rispetto delle volontà territoriali ( non il Consiglio Regionale, dunque, men che meno quelli provinciali e comunali che non hanno nessuna competenza in merito). Peccato che l'unica regione in Italia a non avere il Cal ( Consiglio delle autonomie Locali) è proprio la Calabria. E dire che tale organo è riconosciuto a livello costituzionale (dopo la riforma del 2001) all'art. 123 della nostra Carta. Con "soli" undici anni di ritardo i nostri rappresentanti in regione si accorgono della mancanza di questo organo e solo a settembre del 2012 presentano una proposta per la sua istituzione con conseguente e frettolosa approvazione nel mese successivo (1 ottobre 2012). Tutto pronto, dunque, ma manca ancora un tassello alla formazione del Cal- Calabria: il suo presidente. E circolano voci sull'imminente elezione di Sergio Abramo quale  massimo esponente dell'organo di raccordo tra regione e enti territoriali. Lo stesso Abramo che ha minacciato le dimissioni collettive qualora passasse questo tipo di riordino. Staremo a vedere, ma visto il primo round consumato in regione, il futuro non promette nulla di buono. O forse si?

venerdì 19 ottobre 2012

La città delle mezze verità (seconda parte)

Continuiamo il racconto a puntate sulle mezze verità circolate nella città dei tre colli. Dunque, dove eravamo rimasti?

Costi della politica locale
Il tema è sulla bocca di tutti oramai, visti i continui scandali provenienti dai vari enti locali dello Stivale. Ma mentre tutti i media cavalcano l'onda dell'indignazione sulle cifre da capogiro che circolano nelle stanze dei bottoni, i soliti siti d'informazione locali garantiscono che i compensi percepiti dal sindaco e dai consiglieri cittadini sono così modici da non consentire nemmeno una gita fuori porta. Considerazione vera solo in parte, basata sulle parole e non sui fatti e con qualche immancabile omissione sulle cifre in questione e su alcuni fatti precedenti. Dimentichiamo, dunque, le cifre astronomiche riservate a parlamentari e consiglieri regionali, così come i rimborsi e i fondi di milioni di euro a vantaggio dei partiti regionali, e vediamo di capire a quanto ammontino questi benedetti compensi, lasciando giudicare sempre i cittadini e non il politico che li percepisce. Primo elemento interessante è il ritardo cronico del Comune di Catanzaro ad aggiornare il proprio sito nella sezione riservata alla trasparenza amministrativa. Il dato sulle indennità di carica, infatti, risale addirittura a febbraio del 2010 (Giunta Olivo) e prevedeva 4.734,00 € al mese per il Sindaco, 3.550,48 per il suo vice, 2.840,46 per ogni assessore e per il presidente del Consiglio Comunale. Ad ogni consigliere comunale, invece, spetta un gettone per ogni presenza di 38,52 euro (di cui parlerò meglio in seguito). Altro elemento certo è la riduzione di tutti questi importi del 30% ,imposto come sanzione dalla legge per aver sforato il patto di stabilità nel corso del 2011. Poi entriamo nel campo delle supposizioni, dovute alla mancata trasparenza sulle indennità. Quest'ultime, infatti, dovrebbero essere state ulteriormente ridotte del 7% da un decreto ministeriale del 2010 che ne determinava il decremento per l'anno 2011. Altra ipotesi riguarda l'eventuale riduzione dello stipendio del 50% imposta agli amministratori locali che svolgano lavoro dipendente senza essere in aspettativa. Non è dato sapere se questa riduzione abbia potuto comprendere qualche membro di Palazzo De Nobili poichè la stragrande maggioranza di essi (con qualche nobile eccezione, mai fare di tutta l'erba un fascio!) preferisce mandare comunicati in rete piuttosto che pubblicare la propria dichiarazione dei redditi. Infine, una domanda: perchè le retribuzioni dei dirigenti sono aggiornate a tutto il 2011, mentre quelle dei rappresentanti politici sono vecchi di due anni?
Fondi ai gruppi consiliari
Ci hanno detto con i soliti titoloni trionfalistici che il Sindaco Abramo ha deciso di non stanziare nemmeno un centesimo per i gruppi consiliari. Vero e direi anche scontato dato che il Comune ha sforato il patto di stabilità. Ma non vi hanno detto, però, che nell'anno precedente, durante la Giunta Traversa durata soli sette mesi, i diversi gruppi consiliari di maggioranza e opposizione hanno percepito in tutto una cifra molto vicina ai 110 mila euro. Solo Il Quotidiano della Calabria nel febbraio 2011 e questo blog un mese  prima (scusate per l'autocompiacimento)  ha riportato la notizia che ancora non ha ricevuto risposte sulla destinazione di quelle somme. Se la giunta Traversa fosse rimasta in piedi per 5 anni e se non fosse intervenuta la situazione drammatica dei conti, stando ai prelevamenti precedenti, la cifra destinata ai gruppi consiliari si sarebbe aggirata intorno ai 550 mila euro. Che ne dite, bastano per una gita fuori porta? Non è tutto. La decisione del Sindaco di non concedere somme ai gruppi consiliari, seppur volenterosa, da sola non basta. Cosa succederà, infatti, quando (si spera) il Comune rientrerà nel patto di stabilità? Saranno nuovamente stanziati i fondi? E quali saranno le cifre? Le domande lasciano il posto ad una considerazione del tutto personale. Se davvero si vuole dare un taglio ai costi della politica,  bisogna agire in un quadro normativo e non su interventi "una tantum" basati sugli annunci. Sottoponga, il Sindaco, un regolamento sui fondi destinati ai gruppi (art. 82 del regolamento consiliare), lo faccia approvare dalla sua Giunta e dal Consiglio per dare una risposta chiara, certa e trasparente alla città. Solo in quel caso si potrà parlare di problema risolto e sarò il primo a fargli i complimenti (forse!).
Commissioni consiliari e regolamenti inconsulti
Poco fa, avevo fatto cenno al gettone di presenza dovuto ai consiglieri comunali. Molti sono convinti che gli stessi siano dovuti solo ogni qualvolta il Consiglio si riunisce ( due o tre volte al mese in genere) ma non è così. Ad incrementare le presenze e, dunque, i gettoni dei consiglieri vi sono le Commissioni Permanenti (prima dodici, ora ridotte a dieci) a cui ogni rappresentante del Consiglio ha diritto di partecipare (almeno in due di queste). Permanenti significa che vengono convocate giornalmente, o che comunque si riuniscono frequentemente ed ogni presenza equivale ad un gettone. E' lo stesso regolamento consiliare a prevederlo, precisamente all'art. 35. Anche il regolamento presente in internet risente del tempo, in quanto non è stato aggiornato alle nuove disposizioni sulle composizioni numeriche delle commissioni permanenti, ma la sua vetustà ci suggerisce qualche spunto interessante. Allegato allo stesso, infatti, risulta un parere a firma della dirigente AA.GG. che esprime dubbi sulla formulazione dell'art. 13 del regolamento. L'articolo in questione riguarda la possibilità di partecipazione del Presidente del Consiglio Comunale o di un consigliere ad una commissione diversa da quella di cui sono componenti esercitando tutti i diritti tranne quella di voto. Su questo aspetto la dirigente esprime "forti perplessità giuridiche e operative" in quanto "non viene chiarito se tale partecipazione del consigliere ad una commissione diversa sia retribuita". Il dubbio se questa partecipazione è retribuita o meno non viene fugato, l'articolo in questione rimane pressochè identico, e suggerisce altri dubbi sull'intera questione della partecipazione alle commissioni. Se un consigliere comunale ricopre anche la carica di consigliere provinciale come riesce a partecipare alle commissioni permanenti di entrambi gli enti? E poi vuoi vedere che il Consiglio Comunale viene convocato spesso nel pomeriggio per non perdere il gettone di presenza nella commissione permanente svolta la mattina e magari tripicarlo con una seduta fiume che supera la mezzanotte e che quindi da diritto ad un altro gettone? Ovviamente sono solo domande, supposizioni, senza il riscontro di un dato certo. 
Dubbi che si ripropongono, tuttavia, anche per quanto riguarda le annunciate Consulte Comunali. Lasciando perdere per un attimo le loro composizioni e i nomi dei futuri partecipanti, in cui troviamo strane omonimie o candidati trombati alle scorse elezioni ( se la gente non li ha votati per quale motivo dovrebbero partecipare?), la questione che si pone è un'altra. Il regolamento delle otto consulte, approvato durante la giunta Traversa, nulla dice su un'eventuale retribuzione, gettone e/o rimborso spese che sia. Anzi, nelle norme transitorie prevede la facoltà all'interno delle consulte stesse di esprimere proprie norme di funzionamento da ratificare in seguito dalle commissioni consiliari. Ecco, io ne propongo uno per metterci a riparo da ogni dubbio: art.x la partecipazione alle consulte è da considerarsi totalmente gratuita, nulla si ritiene dovuto per eventuali rimborsi spese sostenute dai componenti.
To be continued

giovedì 18 ottobre 2012

La città delle mezze verità



Omissioni, termini accomodanti, frasi incomplete o volutamente confusionarie. Sono tanti i modi per dare una notizia a metà e nascondere, volutamente o meno, l'altra faccia della medaglia. Uno stile ormai consolidato che si diffonde soprattutto nei siti d'informazione on-line del capoluogo calabrese, sovvertendo quel convincimento generale sulla libertà della rete e dei web-media dal controllo del potere. Con la premessa che nessuno è depositario della verità assoluta, tanto meno il sottoscritto, vediamo quali sono state le omissioni delle ultime settimane.

Quartiere corvo
Dodici milioni di euro sono i fondi destinati dal Comune al quartiere Corvo per riqualificare l'intera zona. Così recitava uno dei soliti comunicati stampa spacciato come notizia. In realtà quello approvato dalla Giunta Comunale il 5 ottobre del 2012 è solo un progetto presentato al Ministero per le Infrastrutture e all'Anci, nell'ambito di un programma nazionale di riqualificazione delle aree degradate. In pratica, il Comune di Catanzaro partecipa, al pari degli altri comuni, ad un bando nazionale con scadenza fissata proprio al 5 ottobre 2012. Altro che primo comune ad aver aderito al programma, come affermava il comunicato! Sul sito dell'Anci potete verificare come in realtà alla data del 18 giugno 2012 siano già nove i comuni partecipanti. Proseguendo sempre sui famosi dodici milioni di euro, cinque di questi giugeranno da un'investimento privato da parte dell'Associazione Vivere Insieme Onlus che, in base ad una precedente convenzione stipulata con il Comune di Catanzaro, costruirà sull'area un campo di calcio, due da tennis, e tre campi polifunzionali all'aperto. Tutto vero, ma a questo punto sarebbe opportuno conoscere i nomi degli investitori privati e il contenuto di questa convenzione, giusto per dovere di cronaca. Il che è molto semplice, basta scaricare il file pdf in allegato alla già citata delibera di Giunta. Lì si può leggere ad esempio che il 29 dicembre del 2003, il Presidente dell'Associazione Vivere Insieme Onlus, Claudio Parente (attuale consigliere regionale di maggioranza, eletto nella lista "Scopelliti Presidente") inoltrava domanda "per i lavori di variante per la costruzione di impianti sportivi e un centro sanitario in Località Corvo". Il permesso di costruire viene riproposto il 30 agosto 2010 dal Presidente del consiglio di Amministrazione della stessa Onlus, il signor Cosimo Caridi, candidato e non eletto alle elezioni comunali del 2011, sempre nella lista "Scopelliti Presidente". Finalmente arriva il permesso di costruire tanto atteso che il Comune rilascia il 24 gennaio 2011 includendo una serie di stringenti vincoli per l'Associazione nella costruzione delle opere e facendo riferimento ai pareri favorevoli e agli iter burocratici che nel corso degli anni ne hanno consentito il rilascio. Tutto regolare, dunque, ma per completare la notizia occorre fare cenno anche alla convenzione stipulata tra le parti, ossia il Comune di Catanzaro e la Onlus "Vivere insieme". Nel luglio 2010, infatti, il rappresentante legale dell'Associazione, Massimo Poggi Madarena (sul quale, insieme a Claudio Parente, pende una richiesta di rinvio a giudizio per le ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta patrimoniale e indebita restituzione di conferimenti nella famosa indagine sul fallimento della gloriosa Us Catanzaro 1929 )metteva nero su bianco gli accordi alla presenza dell'Ufficiale Rogante e con la firma del dirigente comunale in rappresentanza del Comune. Il primo elemento ad emergere è che la convenzione non è affatto nuova ma sostituisce le precedenti, ossia quelle già stipulate nel 1998 e nel 2006 in ottemperanza alle rispettive delibere di giunta. Quest'ultime sono state nuovamente approvate nel 2009 per modificare la Variante urbanistica della zona, e nel 2010 per rinegoziare la convenzione. In sostanza, tale rinnovato accordo prevede la concessione per 80 anni del diritto di superficie di un'area pari a 50.149 mq per la realizzazione di impianti sportivi e di un Centro sanitario. L'associazione si accolla i costi per la costruzione degli impianti pari a 5 milioni di euro corrispondendo al Comune un canone annuo anticipato (per 80 anni) di 13.418,90 euro ( in pratica mille e centodiciotto euro al mese). Sempre l' associazione farà fronte alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dei centri sportivi e sanitari, ma ovviamente la stessa introiterà le tariffe (calmierate a quelle già vigenti nel territorio regionale per impianti simili) degli utenti.
Capitolo Feste e spettacoli
Fateci caso. Quando il Comune di Catanzaro non spende un centesimo per l'organizzazione delle feste cittadine (vedi Notte di San Vitaliano) tutti a sottolineare l'impresa del Sindaco che, nonostante il momento di crisi, riesce ad offrire a costo zero spettacoli di alta qualità. Se, invece, il Comune spende qualche somma la stessa viene rapidamente descritta come "esigua" o "minima", tralasciando l'esatto importo. E allora, giusto per dovere di cronaca, nessuno si offenderà se riporto le determinazioni comunali di agosto/settembre 2012 in cui si sono liquidate fatture nei confronti dell'Agenzia Esse Emme Musica ( di ottocento euro e di cinquemila euro) dell'agenzia Media Service ( settemila e quattrocentocinquanta euro), dell'Associazione Prima Fila (duemila euro), dell'Associazione Il Cilindro (seimila euro). Siamo già oltre ad una cifra di ventimila euro (niente male per un Comune che ha sforato il patto di stabilità) e nel calcolo non ho potuto menzionare tutta quella serie di spettacoli e feste di quartiere per cui sono omessi gli importi sull'albo pretorio. In attesa di una sua regolarizzazione, vi rimando alla prossima puntata.
To be continued...

sabato 13 ottobre 2012

I lavoratori scendono in piazza a Catanzaro (fotogallery)


 Credo che le responsabilità dei sindacati nel corso di questi anni di crisi non siano inferiori rispetto a quelle della classe politica. Non mi interessa quanti siano stati a manifestare (anche se i 30 mila in piazza annunciati dalla Cgil mi sembrano un'esagerazione) nè cosa abbiamo detto la Camusso sopra il palco di Piazza Prefettura a Catanzaro che volutamente non ho ripreso o fotografato. Ma credo che ogni protesta civile che parta dal Sud, dalla Calabria e da Catanzaro sia meritevole di considerazione e pertanto, bando alle parole, e spazio alle immagini di chi la crisi la subisce ogni giorno.



































martedì 2 ottobre 2012

Impressioni di ottobre sul piano Amc



Tutti ne parlano ma pochi conoscono il suo contenuto. Il modus "conoscendi" del nuovo piano industriale dell'Amc segue ormai il destino mediatico riservato ad ogni proclama dell'amministrazione di turno: una serie di vive e vibranti soddisfazioni della maggioranza, qualche riserva da parte delle opposizioni, la presa d'atto da parte di certa stampa che si limita a riportare il tutto senza entrare nel merito delle questioni e senza esercitare il diritto-dovere di informare e, quando necessario, criticare. Ma cosa dice il nuovo business plan della municipalizzata dei trasporti di Catanzaro già approvata dal consiglio comunale con 20 voti a favore e 9 astenuti? Un primo appunto riguarda più la forma che la sostanza, dato che lo stesso piano industriale non è stato pubblicato né sul sito del Comune (men che meno allegato alla delibera consiliare che lo approvava) né su quello ufficiale dell'Amc, ma questa non è assolutamente una novità dato che per trasparenza in città si intende giusto quella di qualche bellezza  da guardare su Corso Mazzini.
Abituato ormai a questo (mal)costume, mi soffermo allora su un punto che interesserà soprattutto a chi quegli autobus dovrà prenderli, ossia l'aumento del costo del biglietto. Si passa dai 60/80 centesimi attuali ad un euro tondo tondo. Nessun riferimento ad un eventuale surplus in caso di acquisto del ticket sul mezzo (che già ora costa un euro), né tantomeno  di eventuali sconti per acquisto di biglietti in pacchetti da dieci ( attualmente al costo di 60 cent ciascuno). Un aumento sensibile del costo, non c'è che dire, dovuto in parte all'aumento  del carburante, ma è strano come per quest'ultimo ci si lamenti ogni giorno mentre per l'ennesimo aumento cittadino (dopo Tarsu, Imu e tariffe sull'acqua) nessuno gridi allo scandalo. 
Altro elemento mancante nel piano è un qualsiasi cenno al deficit di partenza  (che nel 2010 era di 2.143.915,00 euro), né alle cause che l'hanno prodotto, soffermandosi genericamente sulla crisi del trasporto urbano e sui maggiori costi di produzione rispetto a quello extraurbano che ne compromette la stabilità dei conti. Eppure sulla passata gestione dell'Amc si era espressa bruscamente  la Corte dei Conti evidenziando "l'avvenuta verifica amministrativo-contabile dall'Ispettorato della Guardia di Finanza in cui sono emerse una serie di irregolarità tali da suggerire un deficit strutturale della gestione societaria". Un'occasione persa per la nuova gestione del trasporto pubblico che glissa sulle irregolarità per soffermarsi sul drastico calo delle vendite dei biglietti, sull'aumento delle tariffe assicurative e sulla necessità di effettuare un servizio di manutenzione e pulizia in house in luogo dell'affidamento esterno. Tutte previsioni giuste, per carità, seguite dalle buoni intenzioni di incrementare la vendita dei ticket, di ridurre i costi delle polizze degli autobus, ma che, pur nell'ipotesi di una loro attuazione, sono lontane dall'essere sufficienti a risanare l'azienda. E' lo stesso piano ad ammettere che l'unica entrata capace di dare continuità e stabilità al trasporto pubblico è quella inerente al contratto di servizio con la Regione Calabria in base al chilometraggio riconosciuto per le tratte urbane e extraurbane effettuate dagli autobus, nella speranza che quest'ultimo venga incrementato. "Ove questa previsione non dovesse realizzarsi - cito testualmente il piano- Amc si troverà nell'attuale situazione e cioè in uno stato di deficitarietà che richiederà alla Proprietà (cioè il Comune di Catanzaro) interventi annuali per mantenere la continuità sociale. Ma conoscendo la stabilità, l'affidabilità e l'immediatezza nei pagamenti della Regione Calabria, retta dall'ex sindaco del brillantissimo modello Reggio, c'è da dormire sonni tranquilli.
Anche il capitolo inerente al personale mi lascia perplesso prevedendo addirittura l'assunzione a breve di tre unità per colmare le lacune dirigenziali e del settore amministrativo. Stessa sorte, invece, non spetta ai 73 lavoratori (sostanzialmente chi contribuisce a reggere la baracca guidando i mezzi) con contratto part-time la cui trasformazione in full time dipenderà "esclusivamente dall'implementazione del contratto di servizio con le amministrazioni committenti e al raggiungimento dell'equilibrio di bilancio ( previsto nel 2015)". 
Una voce cospicua di entrata è prevista dalle strisce blu, ossia i parcheggi a pagamento che nel 2010 contavano un introito di 153 mila euro, mentre nel 2011 crescevano a 299 mila e 637 euro ( dovuto all'introduzione del ticket di sosta su Corso Mazzini). Nel 2013, invece, è prevista un'entrata di 800 mila euro con il picco di un milione di euro fissato nel 2015. Tutti soldi che saranno sborsati dai cittadini se vorranno godere del lusso di parcheggiare la propria auto. A questi si aggiungano 150 mila euro che il Comune (dunque ancora i cittadini, anche se indirettamente) versa ogni anno nelle casse dell'Amc per il servizio di controllo dei parcheggi a pagamento e 100 mila euro, anch'essi annui, per un non meglio specificato "Servizio Pubblico su Corso Mazzini". 
Sul fronte costi, fatta eccezione per le assicurazioni degli autobus, non è previsto nessun decremento: stabili nel triennio saranno i costi per compensi e oneri del D.G (80 mila euro annui), i compensi per l'Amministratore unico (40 mila euro annui), i compensi ai sindaci (30 mila euro da ripartire), le spese per consulenze tecnico/amministrative (25 mila euro annui). In lieve aumento i costi per le spese telefoniche (da 9 mila nel 2013 a 10 mila nel 2015), per i cellulari (da 2.500 nel 2013 a 3.500 nel 2015) e per assistenza software (da 6.800 nel 2013 a 8.000 nel 2015). 
Per quanto riguarda gli automezzi, per ovviare alla loro carenza numerica è previsto l'acquisto di autobus a gasolio ricondizionati (cioè usati, di seconda mano diciamo) utilizzando un residuo avanzato da un fondo già stanziato nel 2010 dal Comune di Catanzaro per l'acquisto di autobus a metano. Una scelta che nell'immediatezza porterà un sicuro risparmio per le casse aziendali, ma se si considera il costo del carburante e il risparmio in termini di inquinamento ambientale è evidente che l'ago della bilancia penderà sicuramente a favore degli autobus a metano, non certo per quelli a gasolio. E sopratttutto, a cosa serve invocare la realizzazione di una stazione di rifornimento a metano per gli automezzi se poi si continuano ad acqustare autobus a gasolio?
Dulcis in fundo, ad annunciare la tolleranza zero  per i viaggiatori sprovvisti di biglietto autobus è il delegato dal sindaco al servizio Amc, Tommaso Brutto, lo stesso che pochi mesi fa veniva condannato in primo grado per aver duplicato i costi di viaggio, vitto e alloggio sostenuti in qualità di consigliere in missione presentandoli contemporaneamente per il rimborso alla Provincia e al Comune di Catanzaro. Quindi, mi raccomando, non facciamo i furbi: i biglietti si pagano!