lunedì 15 novembre 2010

Ospedale qui, ospedale la.



di Frank Basetta

A Catanzaro è tempo di elezioni, ciò vuole dire maggiormente due cose: la prima è l’utilizzo di bitume indiscriminato per rifare una qualsivoglia arteria di comunicazione mentre la seconda coincide con il “Fatto e faremo a breve”. Sarà un caso che si ricominci a parlare di grandi opere a pochi mesi dalla fine di un mandato? A mio parere no. Il comune in mano ad un PD che in realtà non lo è mai stato, vogliate per l’UDC, vogliate per liste civiche che ora si sfracellano pur di inchinarsi a neo partiti nazionali, tira le somme su un mandato pressocchè difficile. Ma andiamo con ordine, cercando di risalire a quanto di visibile e mirabile ha fatto il comune: Effettivo recupero del centro storico: Ogni città, e maggiormente, ogni Capoluogo Regionale che si rispetti ha un centro storico che è un fiore all’occhiello. L’opera di Olivo a riguardo ha mirato nel rivestire di sampietrini le vie più antiche quali la Filanda; ha contribuito a riqualificare Villa Margherita, ha dato splendore ad una biblioteca che è motivo di svago, specialmente per piccoli bambini intrattenuti periodicamente dalla lettura di alcune favole; ha concesso contributi per il rifacimento di alcuni edifici prospicienti il corso principale che andavano a deteriorare lo stesso; ha dato il via al cosiddetto piano di mobilità urbana, un iter che quando sarà realizzato nella sua completezza farà cambiare veramente il volto annebbiato di un Capoluogo all’apparenza arretrato; sotto il suo mandato troviamo manifestazioni di rilievo nazionale, la notte piccante così come troviamo progetti ambiziosi, tesi, maggiormente a dare slancio ad un centro cittadino che piano piano stava perdendo pezzi. In definitiva ha dato molti segni tangibili e visibili. Ma ahimè come ogni moneta, se da una faccia troviamo la testa, dall’altra troviamo la croce. La croce in questa legislatura è spettata alla periferia, sia essa nord, sud, ovest o est, lasciata spesso in mano ad iniziative di privati che con le loro costruzioni hanno cercato di centralizzare un po’ l’attenzione su alcune aree. Così è successo per il Parco Commerciale “Le Fontane”, in questi giorni protagonista di una fiera enogastronomica, che situato in un territorio praticamente di passaggio in un quartiere praticamente dimenticato come quello di Barone, si è visto canalizzati verso se di diverse opere di urbanizzazione basilari che mancavano, quali il canale di raccolta acque prospiciente l’arteria stradale, così come un nuovo sistema di illuminazione e di interventi riguardanti l’assetto fognario. Altro tassello, probabilmente dimenticato, è quello riguardante la questione rom, forse perché potrebbe essere considerato un problema minoritario? Ma un grande dilemma occupa la questione “Nuovo Ospedale”. Proprio quando i giochi erano chiusi, il Beppe regionale ha praticamente sostituito il comune e la stessa provincia e si è proposto come interlocutore per riprendere il dialogo precedentemente abbandonato. Interessi sottostanti? Chi lo sa, è certo solo che in una settimana si è creato il fantaospedale, sembrava di giocare a Sim City o a qualsiasi gioco manageriale. Così tra i luoghi papabili sono risultati essere o l’area dove è attualmente ubicato l’ospedale Ciaccio, o una nuova area tra S.Maria e Lido oppure una struttura da ubicare nei pressi del policlinico universitario, quindi nel quartiere di Germaneto. Ogni soluzione è di per se accettabile per diverse ragioni: costruire un ospedale dove praticamente esiste già l’attuale permette al centro di non spopolarsi, ma ha contro di se il problema che se capiti nei giorni di traffico è probabile che la destinazione passi direttamente al cimitero; l’ubicazione in una nuova area ha il compito di defluire il traffico nel centro con il contro aspetto che non esistono attualmente delle arterie veloci che fanno giungere celermente ai quartieri suddetti da tutti i quartieri; ultima ipotesi: Germaneto. A mio parere sono più i contro che i pro in quanto si vanno a favorire lo spopolamento demografico a vantaggio dei comuni limitrofi, così come non va sottovalutato il fatto che tra una decina di anni l’area di Germaneto sarà praticamente satura , così come saranno sempre indispensabili collegamenti veloci, al momento inesistenti. D’altronde le scelte sembrano ricadere su quest’ultima soluzione in quanto o si costruisce li oppure addio finanziamenti e di conseguenza addio ospedale: Riuscirà il “Buon” Traversa a risolvere i tanti problemi che si stanno creando nel nostro Comune oppure dovremo accontentarci di un altro politico alla fine della propria vita politica, senza idee e senza voglia di migliorarsi? Appuntamento a Marzo 2011…

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