martedì 14 febbraio 2012

Incontri con coalizioni dell’altro tipo

Non starà né con il centrodestra, né con il centro sinistra, ma non vuol sentir parlare di terzo o quarto polo. Si presenta alla conferenza stampa con una frase “la città che vogliamo”, ma giura che non si tratta di uno slogan. E’ la nuova coalizione nata dall’accordo tra Udeur, Socialisti Riformisti e Azione Popolare che, insieme a qualche associazione cittadina, competerà da sola e senza apparentamenti alla prossima tornata elettorale di Catanzaro. Non ufficializza il proprio candidato a sindaco, ma al suo posto esibisce uno schema di programma riassunto in dodici punti, tra cui spicca il ritorno ad una “normalità” nell’amministrare la città, il riacquisto del ruolo di capoluogo di regione per Catanzaro, il ripristino della legalità e della sicurezza, la valorizzazione del centro storico e delle periferie, l’emergenza ambientale. E per spiegare le sue intenzioni lascia la parola ai singoli rappresentanti dei vari partiti senza dimenticare l’immancabile appello alle forze positive della città affinché si uniscano alla nuova piattaforma. I primi a presentarsi sono gli esponenti di Azione Popolare, ossia Giuseppe Mazzullo, Filippo Capellupo e Peppe Apostoliti che non risparmiano critiche all’amministrazione uscente, paragonando l’ex sindaco Traversa al capitano Schettino che abbandonò la nave proprio nel momento in cui affondava. Stesso giudizio è riservato anche alla precedente giunta Olivo, in un amarcord collettivo verso il compianto primo cittadino Benito Gualtieri (sindaco di Catanzaro circa quindici anni fa) della cui giunta faceva parte Mazzullo. A questo punto occorre fermarsi un attimo per chiarire cosa sia il partito Azione Popolare, nato nel 2011 per mano dell’onorevole Silvano Moffa. E basta aprire Wikipedia per riassumere brevemente la storia di Moffa, ex An, poi Pdl e successivamente Futuro e Libertà (per rimanere agli ultimi anni), pronto a votare la famosa sfiducia al Governo Berlusconi, ma al momento della votazione alla camera non si presenta e passa al gruppo misto, fondando in seguito “Popolo e Territorio” che altro non è che il nuovo nome dei famosi “Responsabili”. Insieme a Moffa nel gruppo parlamentare “PeT” aderiscono anche Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori e Giampiero Catone, con gli ultimi due che assunsero ruoli di sottosegretari nel Governo Berlusconi, dopo aver votato a favore sulla fiducia. E a questi leader si sarà ispirato anche il nostro Filippo Capellupo, ex dc, con un passato di Assessore alle attività produttive nelle giunte provinciali di centrodestra targate Traversa, passato alle ultime regionali nelle file dell’Italia dei Valori e ora in Azione Popolare. Attualmente il nostro è anche Presidente della Pro-Loco catanzarese, vice-presidente nazionale dell’associazione internazionale degli ostelli della gioventù e presidente della commissione provinciale per l’emersione del lavoro irregolare. Ed è sempre quest’ultimo a scaldarsi quando domando come intenda attuare quei punti fissati sul programma, dato che corrispondono alle solite e generiche intenzioni di ogni schieramento, di destra, sinistra o centro che sia. La risposta di Capellupo è una via di mezzo tra la velata minaccia e la sottile allusione, illustrandomi una proposta di legge sugli editori affinché paghino i propri corrispondenti, in particolare quelli giovani, minacciando altrimenti la chiusura dei giornali. Sul punto (l’unico, non preoccupatevi) sono completamente d’accordo, ma cosa c’entra con la domanda sul come attuare il programma elettorale da egli stesso illustrato? Ma non dimentichiamo gli altri appartenenti alla coalizione, come i Socialisti Riformisti, i quali anch’essi fanno riferimento ad un deputato, ossia l’onorevole Stefania Craxi, passata dal Pdl al gruppo misto, con incarichi di sottosegretario sempre sotto il Governo Berlusconi, ma soprattutto figlia orgogliosa di cotanto padre Bettino, e qui non occorre nemmeno Wikipedia per ricordare la sua morte in latitanza nella Tunisia di Ben Alì per sfuggire alle manette che lo attendevano in Italia. A livello locale, i Socialisti Riformisti catanzaresi, rappresentati da Maria Teresa Laurito, hanno apertamente appoggiato Traversa nella sua ultima campagna elettorale, salvo poi ripensarci quando l’uomo del “detto-fatto” si dimise dalla poltrona di primo cittadino. Dulcis in fundo, ad entrare nella nuova coalizione c’è anche l’Udeur cittadina, cofirmataria del programma elettorale al cui dodicesimo punto impone di evitare gli scippi perpetrati nei confronti della città di Catanzaro. Un assist formidabile alla mia domanda successiva, dato che l’Udeur è lo stesso partito in cui militava Clemente Mastella all’epoca della scellerata decisione di spostare la scuola di magistratura dal nostro capoluogo a Benevento, durante il suo incarico di Ministro di Grazia e Giustizia del governo Prodi. La riposta del segretario cittadino Udeur è laconica “Il problema non è tanto Mastella, altri sono stati gli scippi drammatici per la nostra città”. Ecco, appunto, la colpa è sempre degli altri!

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