venerdì 11 maggio 2012

Comunque vada sarà insuccesso

Una sconfitta per tutti. Non riesco a trovare altri termini per riassumere la squallida situazione pre e post-elettorale delineatasi nella città di Catanzaro. E l’affermazione deriva non solo dalle ombre di brogli elettorali, dall’indagine sulla compravendita di voti a carico del candidato della lista civica “Per Catanzaro”,Francesco Leone, ma anche dalla legittima e democratica elezione dei “nuovi” consiglieri che tra qualche giorno siederanno a Palazzo De Nobili. Sulle prime sarà come sempre la magistratura ad avere l’ultima parola, accertando se vi siano stati o meno condizionamenti, errori nel calcolo delle schede vidimate, soldi da elargire ai propri elettori. Sui secondi è stata la città, o almeno una sua parte, ad esprimere il suo orientamento rieleggendo i propri candidati, evidentemente paghi per l’ottimo lavoro in Comune sin qui svolto, o votando le new entry sulla scia di un nuovo o antico rapporto di fiducia . Catanzaro ricorderà a lungo questi interminabili giorni di spoglio non tanto per il dubbio sui voti di scambio, cui la città si è rassegnata da tanto tempo, quanto piuttosto per aver appreso con certezza il suo carattere decisivo nel determinare la vittoria elettorale. Centotrenta voti, infatti, sono utilissimi per sancire l’elezione al primo turno di Sergio Abramo, evitando così il ballottaggio, ma si rilevano assai esigui se rapportati ai cinquecentosettantacinque ottenuti dal neo consigliere comunale Francesco Leone sul quale pesa come un macigno, l’inchiesta sulla compravendita di voti. Tuttavia, dall’altro lato non riesce a convincermi la pseudo- battaglia per la legalità organizzata in fretta e furia dal Pd catanzarese nei giorni del caos totale in cui si susseguivano rapidamente le notizie d’irregolarità nei seggi elettorali. E non mi convince non solo perché il sit-in davanti la Prefettura è stato sbandierato al grido di “Scalzo sindaco”, mortificando le intenzioni di chi da semplice cittadino avrebbe voluto urlare il suo sdegno, quanto piuttosto per la partecipazione allo stesso presidio da parte di un esponente e consigliere provinciale del Pd condannato in primo grado per truffa. E’ la solita e spocchiosa ipocrisia della sinistra che in virtù di una superiorità morale smentita dai fatti si arroga il diritto di appropriarsi di un concetto e di un valore come la legalità che non ammette figli o figliocci, ma solo fedeli fautori. Una schizofrenia dimostrata anche nell’insinuare il dubbio sui voti dei Rom espressi nel quartiere Santa Maria a favore di Sergio Abramo, tacendo sul successo di Scalzo in un altro quartiere non certo felice come Pistoia. Ma non era la sinistra a difendere i valori dell’eguaglianza, senza alcuna discriminazione di sesso, razza o etnia, al contrario di una destra razzista e xenofoba? E cosa dovremmo dire, allora, di una destra locale, tanto devota al suo imperatore decaduto Silvio Berlusconi, il quale per anni ha parlato di brogli da parte dei comunisti all’indomani di ogni sconfitta elettorale, che richiama ora al senso di responsabilità delle coalizioni perdenti? Per non parlare della sua chiusura di campagna elettorale incentrata sulla figura di Francesco Rutelli, ex avversario del Cavaliere, e coinvolto indirettamente nella nota faccenda del tesoriere della Margherita, Lusi.  Gli interrogativi sono in realtà pura retorica utili solo per far comprendere come non si possa ridurre e semplificare un ragionamento dietro sterili e ormai superati schemi di partito.  Ma se i partiti escono con le ossa rotte da questa ennesima tornata elettorale, non può dirsi che la cosiddetta società civile ne venga fuori bene. Tanti, infatti, saranno stati i voti di questa ad arricchire i già ampi consensi dei vari consiglieri comunali che da qui a breve s’insedieranno a palazzo. Uno di questi, ad esempio, è Carlo Nisticò, ex Pd, presidente della commissione urbanistica nella giunta Olivo, passato nell’Udc con lo stesso incarico durante la mini sindacatura Traversa, eletto nella Lista “Scopelliti presidente” con ben ottocentotrentatre voti. Un ottimo risultato per l’unico nome della politica svelato tra i tanti omissis coinvolti in un’inchiesta condotta dalla procura su mafia e appalti e che riguarda direttamente il Comune di Catanzaro. Sfonda ed è eletto come primo nella lista di “Catanzaro con Abramo”, Tommaso Brutto, che si aggiudica seicentoottantotto consensi, nonostante penda una sentenza di condanna in primo grado per truffa al pari del già citato Bruno del Pd. Nessun avviso di garanzia o alcuna indagine ha raggiunto,invece, il più votato tra i consiglieri comunali, Sinibaldo Esposito che dall’alto dei suoi milletrecentosedici voti supera addirittura l’assessore regionale al personale, Mimmo Tallini. Il paradosso è che mentre il nostro presidente della Fondazione Campanella si appresta ad insediarsi al Comune, i dipendenti della stessa fondazione protestano in piazza per i loro mancati stipendi e per un futuro che si annuncia sempre più infausto. Ora, addossare tutte le colpe di questa situazione nei confronti di Esposito è piuttosto ingeneroso, visto le responsabilità diretta della Regione Calabria governata  prima da Agazio Loiero e ora da Giuseppe Scopelliti, ma ci sarà pure un demerito da attribuire nei confronti del suo attuale Presidente? Così evidentemente non ha pensato l’elettorato che si dimostra coerente nelle proprie intenzioni di voto premiando, dall’altra parte, Manuel Laudadio, figlio del più noto Franco, ex presidente dell’Ambiente e Servizi di Catanzaro con un passato di assessore regionale ai trasporti. Una scientifica e metodica coerenza contraddittoria che ha portato all’elezione di Francesco Passafaro (presidente del consiglio comunale durante la giunta Olivo, passato con Traversa nelle scorse elezioni e rientrato ora nei larghi ranghi del Pd),  Roberto Guerriero, da sempre socialista, con una piccola parentesi a favore dell’uomo del fare, ed  Eugenio Riccio, ex esponente del movimento Catanzaro nel Cuore, consigliere di maggioranza nelle alterne sindacature di sinistra e destra. Di fronte, dunque, ad una Catanzaro che appare sempre più come l’incarnazione di Babilonia, non posso dimenticare, proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Bob Marley, il suo messaggio di redenzione, affinché siano spezzate definitivamente le catene che tengono ancora in ostaggio le nostre menti. Solo così potremo impedire quel fallimento per la nostra città che sembra proprio dietro l'angolo!

2 commenti:

  1. Condivido ogni riga dell'articolo.
    Ma Francesco Leone è lo stesso Francesco Leone di "Pane e politica"? Se sì, beh, la cosa si commenta da sè. Come per gli altri "illustri onorevoli", mi ricordo ancora le reazioni di parecchi catanzaresi che indicavano il giornalista Iacona come un ficcanaso (per usare un eufemismo!).
    Le figure dei voltagabbana non sono certo una novità, chi zompa da una parte all'altra a seconda del carro che vince purtroppo - ed è questa la cosa che mi duole - non mi meraviglia ma è così, non dimentico certamente che la colpa è in primis degli elettori, d'altronde la "politica" è specchio dell'elettorato (Non per niente oggi ci ritroviamo un "tecnico" al governo. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che i ns. politicanti nazionali dopo l'uscita di Monti avranno una non so come nuova ritrovata verginità).
    Su quella strana creatura che si definisce "pd","sinistra", non ho più nulla da dire. Preferisco tacere per non arrabbiarmi ulteriormente.
    Concludo il mio intervento dicendoti soltanto che per motivi di (ricerca di) lavoro mi trovo tra piemonte lombardia ed emilia romagna, e sinceramente il pensiero di scendere per le elezioni non mi ha nemmeno sfiorato. E per quello che può significare il mio pensiero, ho fatto davvero bene a restare su, sarebbe stata solo una perdita di tempo e denaro, la discesa avrebbe soltanto alimentato il senso di impotenza e di rabbia di fronte a questo panorama sconcertante.
    Saluti da un emigrato...a tempo indeterminato.

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    1. Ciao caro "emigrato a tempo indeterminato", mi accorgo soltanto ora del tuo commento e ti chiedo scusa per il ritardo. No, il Francesco Leone indagato non è quello delle immagini di "Pane e politica". E' solo un caso di omonimia. Sulla trasmissione di Iacona, i commenti di disgusto non furono solo da parte dei cittadini, ma anche di alcuni stessi giornalisti (puoi trovare un post sull'argomento). Anche io sono convinto come te che la classe dirigente sia lo specchio dei cittadini che rappresenta, e a mio avviso una città è fatta dai suoi abitanti prima ancora che dai suoi eletti. Per ogni corruttore c'è un corrotto e non riesco a trovare alibi nei confronti di chi è disposto a vendere la propria libertà. Nessuno, nemmeno quello della fame. Gli ultimi regimi africani sono caduti grazie anche al contributo del popolo che chiedeva da mangiare. Noi, invece, scendiamo a patti con il potere. La tua situazione è quella di tanti che mi hanno riferito la stessa cosa, ossia di restare nelle città in cui si trovano piuttosto che scendere nuovamente a votare a Catanzaro. Detta in tutta franchezza, non posso certo biasimarvi. Anzi, un pizzico vi invidio perchè visto lo stato in cui si trova la nostra amata città, forse è meglio ricordarla con nostalgia, piuttosto che viverla e maledirla ogni giorno. Però non perdo mai la speranza di cambiarla un giorno o l'altro! Ciao e grazie per il commento

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