giovedì 17 maggio 2012

Resistere, reagire, controllare.

Nella vana speranza che siano fugati tutti i dubbi sui presunti brogli elettorali alle ultime amministrative catanzaresi e nell’angosciante incertezza riguardo l’indagine a carico di un prossimo consigliere comunale per il gravissimo reato di voto scambio, vediamo di capire quali siano gli unici punti fermi rimasti all’ombra dei tre colli. Uno di questi è il totale fallimento dell’intera classe dirigente cittadina, da sinistra a destra passando per il centro, e chi non lo ammette, vuol dire che non vive nella città di Catanzaro, non ne legge i suoi bilanci, non ne percorre le sue strade dissestate, non ne respira l’odore nauseabondo dei suoi quartieri, e, soprattutto, non ne osserva il volto dei suoi tanti giovani e vecchi rassegnati ormai ad una vita di stenti in mancanza di uno straccio di lavoro. Un’altra certezza è che il prossimo Consiglio Comunale (qualora fosse proclamato) sarà composto da indagati, condannati in primo grado (per stessa ammissione del sindaco Abramo nel corso di una diretta televisiva) e dagli ormai soliti e immancabili trasformisti che cambiano partito e schieramento a seconda di come soffia il vento. Pur rispettando il principio di non colpevolezza fino ad una sentenza passata in giudicato che ne dimostri il contrario, e pur mantenendo fede alla volontà degli elettori che, nonostante tutto, hanno deciso di affidare ai propri consiglieri di fiducia la loro rappresentanza, mi sia lasciato almeno il beneficio del dubbio riguardo alla bontà amministrativa del futuro Consiglio, visti i precedenti delle alterne maggioranze e opposizioni sin qui insediatesi a Palazzo De Nobili. E poiché il dubbio non assale soltanto chi scrive ma i tanti catanzaresi che per diverse ragioni non sono andati a votare o l’hanno fatto “turandosi il naso”, non resta che reagire mantenendo alto il controllo sui nostri eletti. Un modo può essere certamente quello di trasmettere in diretta web le sedute del consiglio comunale, ma in attesa di una sua (improbabile) attuazione, sappiate che non è il solo strumento utile a garantire quella trasparenza tanto invocata e mai perseguita dai partiti di diverso colore. Un mezzo certamente efficace, già nelle nostre disponibilità, è la consultazione giornaliera di quell’albo pretorio on-line che ogni comune deve obbligatoriamente dotarsi. Solo spulciando tra i vari provvedimenti in esso contenuto, ad esempio, possiamo scoprire quanto ha stanziato il nostro comune durante i sette mesi della passata sindacatura nei confronti dei gruppi consiliari. Centoseimila euro complessivi elargiti, mese dopo mese, nei confronti delle varie liste di maggioranza e opposizione presenti in Consiglio, ad eccezione del gruppo Autonomia e Diritti che stranamente non ne ha mai fatto richiesta. E sempre dall’albo pretorio passa qualsiasi spesa relativa alla manutenzione di una strada, all’acquisto di beni di consumo per gli uffici comunali, alla concessione di contributi nei confronti di un’associazione per le diverse attività. Sarà un caso, ma proprio gli atti che contengono questi impegni e liquidazioni di spesa risultano, in più di un’occasione, davvero difficili da consultare sul sito del Comune di Catanzaro, dove si omettono a volte gli importi delle spese, a volte i beneficiari, o persino l’attività interessata. Nessun problema per quanto riguarda le delibere di giunta e di consiglio che sono pubblicate nella loro interezza e subito dopo essere state approvate. Le difficoltà, invece, sorgono quando si vogliono conoscere le determine dirigenziali, ossia i provvedimenti adottati dai dirigenti dei diversi settori comunali per affrontare spese, acquisti e via discorrendo. Queste sono pubblicate in rete in un unico file pdf e con estremo ritardo, mediamente il mese successivo alla loro adozione. L’aggregazione di un numero cosi corposo di determine (a volte superano le centinaia) frustra la pazienza di un semplice cittadino che, pur non essendo avvezzo alla burocrazia locale, decida di controllare se il proprio comune spenda bene i propri soldi. Ma l’albo pretorio on-line del Comune di Catanzaro riesce a far peggio non pubblicando nella sua interezza le singole determine e limitandosi a trascrivere il solo oggetto che ne dovrebbe (ma non lo fa) anticipare il suo contenuto. Eppure, sull’obbligatorietà di pubblicazione delle determine dirigenziali si è espressa addirittura la Corte Costituzionale nel lontano 1979, preceduta dal Consiglio di Stato nel 1977,  seguite entrambe da altre pronunce simili adottate negli anni successivi. E poiché dal 2011 è imposto obbligatoriamente alle pubbliche amministrazioni di abbandonare l’albo pretorio cartaceo e dotarsi esclusivamente di quello on-line, va da sé che le attuali pubblicazioni delle determine del Comune di Catanzaro risultino quantomeno oscure e incomplete, per non dire illegittime. Ma non è in punta di diritto che voglio ridurre la questione, quanto piuttosto su di un principio di ragionevolezza che accomuna tutti noi nel mentre effettuiamo un banale acquisto. All’atto di decidere come spendere una qualsiasi cifra, infatti, abbiamo bisogno di conoscere il costo prima ancora del beneficio e non si comprende perché non si possa fare altrettanto con le spese affrontate dal comune in cui si vive che usufruisce delle nostre tasse. E allora chiediamoci sempre quanto sarà costato un convegno, uno spettacolo, una festa di quartiere, una pubblicità sui siti d’informazione, una missione del nostro consigliere eletto, una riparazione di una strada che il Comune ha così alacremente disposto per noi, pretendendone sin da ora la pubblicazione integrale nel rispettivo albo pretorio. Chiediamoci chi sono i soggetti beneficiari di quella somma e perché sono stati scelti proprio loro in luogo di altri. Non deleghiamo nessuno a far ciò. Opponiamoci sin da ora allo sfascio economico e finanziario della nostra città e controlliamo la concessione di ogni minimo centesimo. Non aspettiamo che siano i partiti a farlo per noi, perché in tal caso potrebbe essere già troppo tardi.

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