Chiariamo subito una cosa, l'idea
che sto per descrivere non è né mia, né tanto meno originale o nuova, dato che la stessa è stata
già messa in pratica, da qualche anno, in molte città universitarie. L'intuizione
di "adotta uno studente" si basa, in pratica, su due realtà ormai consolidate
in tutto lo stivale: la difficoltà dello studente universitario fuori sede a
sostenere i costi (spesso alti) di affitto degli appartamenti e la sempre più
frequente solitudine degli anziani . E allora, si saranno chiesti gli ideatori,
perché non provare ad unire le forze di queste due generazioni in affanno e
trarne un vantaggio per entrambe? Adotta uno studente infatti, prevede la
possibilità per gli over 65 di accogliere nella propria abitazione un
universitario fuori sede chiedendo in cambio, non il prezzo dell'affitto, né
assistenza sanitaria, ma un po' di compagnia e il disbrigo di qualche piccola
commissione, come fare la spesa, comprare dei medicinali e così via. Per
garantire la sicurezza della coabitazione, in particolare dell'anziano che
accoglierebbe inizialmente un giovane sconosciuto, occorre, però, l'intervento
di un soggetto terzo, come la stessa Università, o gli enti territoriali,
o qualche Onlus riconosciuta, che possa intermediare tra le parti e valutare
l'affidabilità dello studente accolto. A Bologna, ad esempio, è l'associazione Confabitare
che si è fatta promotrice dell'iniziativa. A Roma, invece, è l'Inpdap che gestisce
i rapporti in maniera dettagliata prevedendo una serie di requisiti (forse
troppo specifici alcuni) per aderire alla coabitazione. Ovviamente, l'idea può
essere adattata e modificata alle proprie necessità, introducendo, ad esempio,
l'eventualità di un piccolo contributo economico dello studente nei confronti
del proprietario della casa o la divisione delle spese condominiali, del
consumo di acqua, luce o gas, per venire anche incontro all'esigua pensione
dell'accogliente. Ad ogni modo, l'idea di "Adottare uno
studente" si sta diffondendo a macchia d'olio e dato che Catanzaro è (o vuole essere) una città universitaria,
perché non provare ad attuarla, o quantomeno a discuterla, anche qui?
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