venerdì 1 ottobre 2010

La "confusio" di Corso Mazzini.


La continua “Green revolution” del Corso Mazzini è rappresentata nella storia cittadina sin dai primi decenni del Novecento. Scelte dettate innanzitutto dal progresso ma anche da una buona dose di esteticità. Il 10 Agosto 1910, fu aperta al pubblico la tramvia di Catanzaro, il primo grande sistema di mobilità urbano del centro storico che il Capoluogo ebbe mai avuto. Avanguardisti nel credere in questo grandioso progetto si pensò nei decenni successivi a prolungare la tratta fino a giungere Via Indipendenza, partendo da Piazza Roma. Il tram conferiva fascino e dava personalità al volto cittadino, ma per motivi di malfunzionamento, a metà Novecento venne sospeso il servizio. Catanzaro così continua la sua crescita demografica e assume sempre più un ruolo predominante nella Regione, per questo motivo si pensò di effettuare una colata bituminosa lungo tutto il tratto del Corso ex Vittorio Emanuele, oggi Corso Mazzini, andando a coprire le guide del tram e permettendo ai cittadini e a coloro che nella città giungevano per sbrigare pratiche di cominciare quel fenomeno a tutti noto come “Posteggio dentro il negozio”. In seguito, per dare una svolta Europea al centro cittadino si è pensato di tagliare la testa al toro: fu così che cominciò l’era dell’isola pedonale. Questa era si caratterizzò per essere entrata nel guinness mondiale nella categoria “Giochiamo a mettere confusione in testa agli automobilisti”. Così tra sensi di marcia vietati, invertiti, zone a traffico limitato, telecamere che devono registrare infrazioni ma che permettono a qualsiasi veicolo gommato, tricicli contromano inclusi, di aggirarsi in tranquillità per il corso sfrecciando nelle ore notturne. Ma i commercianti del corso principale non ci stanno, fanno barricate per riavere il corso nuovamente fruibile alla circolazione scheggiandosi tra di loro le vetrine, per ricordare insieme i bei tempi in cui erano le macchine a romperle appoggiandosi nella manovra del “parcheggio selvaggio”. Così, dopo aver mandato in crisi i vertici di Google Maps che non sono riusciti a stare al passo con l’amministrazione comunale e ai suoi cambiamenti di versi di marcia nel centro storico, la Provincia ha cercato di mettere un po’ di movimento sul corso facendoci transitare il trenino che, con partenza il Parco della Biodiversità, scarrozzava bambini e mamme in giro per il corso, regalando loro l’esperienza di circolare su di un mezzo che per velocità ricorda un bradipo. Apriti cielo! L’amministrazione comunale ha proibito il transito sul corso perché la Provincia non ha comunicato la sua intenzione a farlo e così, in un gioco di scarica barile a livello professionistico, si sono perse le tracce del bradipo lungo il corso suscitando reazioni da parte del WWF: Erano in via di estinzione le trovate originali per dare linfa al centro storico. L’amministrazione comunale così penso bene di supplire alla grave carenza del bradipo mobile con l’introduzione di un altro animale, questa volta vero. Per migliorare l’immagine si è pensato bene di istituire un taxi-calesse-equestre ma, in data odierna, di questo quadrupede spargifeci non si hanno ancora notizie. Ora capisco che siamo in ottica ecologista, capisco che alcuni sindaci leghisti fanno pascolare ruminanti per le aiuole e fanno raccolta di rifiuti porta a porta con gli asini, ma addirittura superarli con un valido taxi-equestre è una trovata che farebbe tremare la poltrona di leader ad Umberto Bossi! Intanto c’è chi comincia finalmente ad apprezzare e ad abituarsi all’isola pedonale, ma non ha fatto nemmeno in tempo ad assaporarla che già si comincia a pensare ad una ipotetica apertura. I nuovi vertici di Google seguono con attenzione la vicenda, il bradipo-mobile guarda dalla finestra l’evolversi della situazione, il taxi-calesse-equestre scalda i suoi zoccoli mentre finalmente una buona notizia, questa volta vera, è che verrà ricreato il tram vecchio di Catanzaro, riproduzione stilistica, che nasconderà al suo interno un motore a metano e che seguirà la tratta storica lungo il Corso. Le buone notizie non mancano, basta trovarle.


By Frank Basetta

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