domenica 10 giugno 2012

Catanza Road



Se al posto delle famosissime strisce bianche di Abbey Road, i Beatles avessero scelto quelle di Catanzaro per la loro storica copertina dell'omonimo album, eh bè, allora avrebbero avuto più di qualche problema. Il povero Paul (l'unico a piedi nudi)avrebbe finalmente dato concretezza alle leggende sulla sua morte per via dei sassi, della polvere e dell'incuria delle strade catanzaresi, mentre il geniale autore della fotografia si sarebbe dovuto improvvisare anche imbianchino, viste le strisce bicolore della città sui tre colli. Il bianco nuovo e splendente dei nuovi interventi di manutenzione si sposa con il grigio sbiadito dell'asfalto, consumato e rattoppato qua e la, tutti  insieme appassionatamente per un'atipica segnalazione stradale. Siamo una città "on the road" o se preferite "ammenzu na strata", come dice il grande Enzo Colacino  che da anni ha avvertito e denunciato ( a suo modo) il problema. Ma cosa vuoi che sia qualche striscia pedonale sbiadita? E le strade asfaltate solo a metà sono sempre meglio di una mulattiera impolverata e pericolosa per i passanti. Sempre a parlar male della tua città. Già immagino i pensieri di qualcuno nel leggere questo post. Eppure, anche da una striscia dipinta male credo si possano cogliere preziosi elementi su come siano effettuati i lavori di manutenzione nel capoluogo di regione. La prima riflessione riguarda i limiti del privato che, una volta ottenuto l'incarico, si attiene scrupolosamente e legittimamente al suo capitolato occupandosi del proprio fazzoletto di strada, dipingendo addirittura solo alcune delle strisce pedonali interessate con buona pace delle altre. La seconda riguarda l'evidente inefficienza del pubblico (incarnato in questo caso dal Comune) che  non riesce a controllare e assicurare un certo standard nella qualità dei lavori appaltati, preoccupandosi più dell'esatto posizionamento delle strisce blu (dei parcheggi a pagamento), quelle si ben visibili e splendenti, piuttosto che dell'incolumità dei pedoni. Il terzo spunto riguarda ovviamente la politica che, alternandosi di colore nelle varie amministrazioni comunali, ha fretta di comparire, di mostrare il suo tempestivo intervento dando una spruzzatina di asfalto qua e la, così come fanno i cani per marcare il proprio territorio. Se il catrame non basta si provvede allora ad una sua razionalizzazione, nell'intento di coprire (non ha importanza come) quanti più quartieri possibili e dare così ai propri residenti la parvenza di un qualche interessamento. Ma c'è un'altra ragione che va oltre la logica del più bieco tornaconto elettorale per confluire in quello più robusto dell'interesse economico. Ed è proprio con quest'ultimo termine, adottato al femmile, che le amministrazioni comunali procedono sovente nell'assegnazione dei lavori. Fate attenzione alle parole, perchè i famosi lavori in economia o a carattere di urgenza disposti dalle pubbliche amministrazioni potrebbero dare l'impressione di un qualche risparmio per i cittadini e di interventi improcrastinabili a vantaggio della collettività. Questo è vero solo in parte e nemmeno in tutti i casi. La cosa che non tutti sanno è che tali interventi sono effettuati in deroga alle norme sull'evidenza pubblica, si, insomma, un modo rapido per aggirare le lunghe e noiose procedure degli appalti, che se adottate con criterio garantirebbero trasparenza ed efficienza. Sarà,invece, il politico, attraverso la sua longa manus, ad assegnare con la formula del "cottimo" fiduciario, i lavori di estrema urgenza alla ditta che più gli aggrada. E più l'urgenza dura e più i lavori andranno avanti o, magari, saranno procrastinati o riassegnati sine die. Sempre lo stesso politico, nelle vesti di amministratore comunale, non avrà nessun interesse nel controllare il buon andamento dei lavori, né tantomeno valuterà l'eventualità di assegnarli ad altri, visto il suo rapporto di "fiducia" con la ditta esecutrice. Ed allora ecco spiegato l'arcano dei lavori in economia: si spacchetta la somma complessiva prevista per le spese in modo tale da non superare la soglia che impone l'obbligatorietà degli appalti. In un sol colpo si creeranno nuove o vecchie ditte schiave e assoggettate al volere della politica che, a loro volta, non avranno alcun interesse a cambiare continuamente i propri interlocutori. Una fidelizzazione dei rapporti che rende l'uno dipendente dall'altro, con favori personali e clientelismi facili ad aprire la pericolosa e probabile  breccia delle mazzette. A farne le spese, ovviamente, non sono solo le ditte che non riescono ad introdursi in questo sistema gelatinoso, ma l'intera città spogliata costantemente di quel minimo di progettualità e programmazione necessarie per garantire uno straccio di sviluppo e decoro urbano.E chissà, forse proprio le strade catanzaresi avranno ispirato i quattro ragazzi di Liverpool nella scrittura della loro "The Long and Winding Road", la struggente canzone che ne sancì in seguito la separazione. Forse nemmeno i mitici Beatles erano più disposti a percorrerle!

1 commento:

  1. E le gare di appalto non vengono aggirate solo nei lavori pubblici con gli stratagemmi della "summa urgentia" e della suddivisione degli importi ma anche in decine di altri servizi di cui il comune si avvale affidandosi sempre alle solite imprese.
    Imprese di fiducia, ovviamente.
    Amiche...

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