mercoledì 14 ottobre 2009

La "Caporetto" occupazionale della Calabria

Finora, gli effetti concreti della crisi finanziaria ed economica sulla realtà del paese,sono sempre stati rappresentati dalle scene di migliaia di lavoratori licenziati o costretti alla cassa
integrazione dalle proprie industrie,che dà li a poco si apprestavano a chiudere i battenti.
Qui in Calabria scene di questo tipo sono assai rare, non perchè queste non accadano, ma
piuttosto in quanto il tessuto industriale della nostra regione è pressochè inesistente e di conseguenza vengono a mancare i dipendenti da licenziare. Per poter avere, dunque, una visione chiara degli effetti della crisi sul nostro mondo del lavoro, è necessario rivolgere lo sguardo ai vari contratti che le nostre imprese, anche quelle pubbliche, stipulano con i lavoratori. Per farlo ci avvaliamo del rapporto occupazionale della Calabria pubblicato dall'Azienda Calabria Lavoro nel luglio 2009, e definito dal suo direttore generale una "Caporetto" generalizzata, che investe tutti i settori cardinela della regione. Un dichiarazione forte quella della dirigente De Blasio, seguita da un rapporto a dir poco drammatico della situazione lavorativa in Calabria, ma pare che la notizia non abbia provocato scossoni o rivolte di nessun tipo, sindacati compresi. Forse se le stesse dichiarazioni le avesse affermate un cantante o un comico di turno, la notizia avrebbe avuto valenza nazionale, ma dato che così non è stato ve la ripropongo.
Dall'analisi del ROC ( che paragona il quadrimestre aprile-luglio 08 con quello corrente) emerge che in un solo anno il calo complessivo dei nuovi occupati è del 34 %, e le più colpite sono le donne con 10.952 contratti in meno, rispetto ai "soli" 8844 avviamenti in meno degli uomini.A rendere ancora più drammatici questi dati è il crollo dei contratti a tempo indeterminato, meno 66% per le donne e meno 109 % per gli uomini, con buona pace di quanti avevano osato progettare un futuro,magari attraverso l'acquisto di una casa o la formazione di una famiglia. I settori maggiormente colpiti sono stati l'agricoltura con 1600 lavoratori in meno(visto lo straordinario successo, l'assessore all'agricoltura Pirillo è stato promosso a parlamentare europeo), l'istruzione con una riduzione del 20%, l' edilizia in cui il saldo tra nuove assunzioni e cessazioni del lavoro registra un -627,;il settore manufatturiero per il quale si registrano solo 2 nuove misere assunzioni. Gli unici piccoli incrementi occupazionali si registrano nel campo dell'informazione e della comunicazione e nel settore dei rifiuti e delle reti fognarie. Quest'ultima crescita è giustificata dal ROC, da un'aumentata sensibilità delle amministrazioni locali per i temi ambientali, ma io l'attribuirei più che altro ad un proficuo interessamento da parte delle ecomafie che hanno fiutato l'affare. Infine un aumento occupazionale si registra anche nel settore delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento, con ben 500 nuovi posti di lavoro. Almeno gli altri milioni di disoccupati sapranno come impiegare il loro "tempo libero"...

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