venerdì 3 settembre 2010

Figli di un Parco minore







Immaginate quattro fratelli. Uno di questi, l’ultimo arrivato per l’esattezza, ha le guance paffute, il sorriso smagliante e lunghi riccioli biondi; porta sempre abiti nuovi e profumati, scarpe lucide e di tanto in tanto qualche prezioso monile per abbellire la sua già brillante immagine. E’ il cocco di casa, le attenzioni dei genitori sono tutte per lui, e amici e parenti di famiglia gli portano spesso nuovi doni. Gli altri tre fratelli maggiori, invece, sono cresciuti a pane ed acqua, gli stenti hanno provocato cicatrici indelebili sui loro corpi scheletrici e nei loro occhi incavati. Privi di ogni indumento, con indosso solo qualche straccio vecchio, chiedono caritatevolmente l’affetto dei loro genitori, troppo impegnati nel coccolare il loro ultimogenito per prestare loro attenzione. Ora, immaginate per un attimo che questi quattro fratelli non siano persone, bensì parchi e giardini pubblici, più precisamente che questi siano il Parco della Biodivesità Mediterranea, il Parco Periurbano “Li Comuni” , Villa Pangea e la piccola Villa “G. Pepe”, tutti a Catanzaro. Quale tra queste, secondo voi, potrebbe essere il figlio prediletto nella storia di prima? La risposta è più che mai scontata. Eppure i fondi a disposizione di mamma Provincia e papà Comune di Catanzaro sono stati sempre quelli, di anno in anno, centesimo più centesimo meno. Ad ogni modo, mentre il Parco della Biodiversità è diventato in breve tempo uno dei fiori all’occhiello della città, (e ne siamo contenti), gli altri parchi piangono solo miseria e distruzione. Quella messo peggio è sicuramente Villa Pangea, in cui il puzzo di piscio si sente da metri e metri di distanza, e quando preso dal coraggio, provi a entrarci, ti accorgi che era meglio odorare quel profumino piuttosto che osservare quello squallore. Ricordo, qualche anno fa, le battaglie dei movimenti per difendere l’amata villa dalle grinfie dell’amministrazione comunale che voleva farne un’area commerciale o un parcheggio. Battaglia giusta, sacrosanta! Ma ora che il Parco invoca aiuto per il suo abbandono nessuno è pronto ad ascoltarlo. Nel luglio 2009 l’assessore all’Urbanistica di Catanzaro, Domenico Iaconantonio annunciava con entusiasmo i lavori di bonifica del suddetto parco che prevedevano addirittura un piccolo teatro e la famosa “Piazza della Pace”. Ad oggi, nessun cantiere è presente e le condizioni di Villa Pangea potete vederle dalle immagini. Per gli odori dovreste scomodarvi per andare a visitarla. Ancora più rabbia provoca la vista del Parco “Li Comuni”. Un meraviglioso polmone naturale della città abbandonato a se stesso, utilizzato come meta del sesso notturno, i cui resti, tra preservativi, fazzoletti usati e lubrificanti, sono posti ben in vista dagli accalorati avventori. Si sfiora davvero il paradosso leggendo il cartello indicante il Sentiero “Vita”…a rischio aggiungerei, dato il percorso pieno di rifiuti e il terreno scosceso e quasi spaccato in due. Infine abbiamo la piccola “Villa Pepe”, completamente desolata, con qualche vecchio e fatiscente gioco per bambini ancora in funzione, altri sono stati divelti ed abbandonati tra i cespugli, i cestini dell’immondizia sempre pieni, riempiti non si sa da chi o forse mai svuotati, e resti di alberi e piante nascosti nell’erba alta. I figli, si sa, so’ piezz’e core, ma in questo caso il detto vale solo per uno; per gli altri è meglio parlare di figli come piezz’e m.

Nessun commento:

Posta un commento