lunedì 27 settembre 2010

Il Pacco Piccante 2010

Il Pacco Piccante

Vi avranno raccontato che anche quest’anno la Notte Piccante è stata un successo. Avrete letto certamente i roboanti titoloni che annunciavano il tutto esaurito per l’Evento dell’anno di Catanzaro. Sappiamo tutti che non è andata affatto così. Lo sappiamo perché tutti siamo stati lì su Corso Mazzini, nei vicoli, nei palazzi storici, sotto la pioggia e sbattuti dal vento, in attesa di qualcosa che non c’era. Il primo pensiero che tutti abbiamo fatto è: ma perché ostinarsi a fissarla a fine settembre, quando agli inizi dello stesso mese si potrebbe vivere tranquillamente e fino in fondo la famosa notte. Ma ogni anno sempre il solito diabolico errore, e puntualmente arriva implacabile la pioggia, che impedisce ogni minima aderenza al programma ufficiale. Già, il programma. Vediamo che cosa prevedeva e che cosa ha mantenuto. Vi risparmio i due giorni precedenti il sabato, in cui non c’è stato nulla da segnalare, se non qualche sporadica e noiosa manifestazione. I caricaturisti che avrebbero dovuto invadere le vie principali non si sono quasi mai visti, eccezione fatta per uno o al massimo due individui per la durata di qualche ora. Per non parlare delle degustazione all’aperto fissate per venerdì di cui non c’è stata minima traccia. Il 24 sera gli unici ad essere contenti erano alcuni ristoratori che hanno riempito i loro locali grazie al cattivo tempo che rendeva impraticabile le vie all’aperto. Veniamo ora al sabato, la serata clou, contraddistinta fino al tardo pomeriggio da un violento acquazzone. Il meteo aveva previsto una schiarita per la sera (solo parziale), ma si tralasciava che nelle ore precedenti si sarebbero dovuti montare palchi, allestire gli stand gastronomici e via dicendo. Tant’è, si va avanti comunica l’assessorato al Turismo. Iniziano i molteplici contrattempi. Ore 19 la Chiesa di Sant’Omobono si sarebbe dovuta aprire ai visitatori con visite guidate e una spiegazione sul legame tra la stessa e i cavalieri templari. La gente incuriosita per qualche ora ha atteso li davanti, ma le porte erano chiuse e nessuna comunicazione è arrivata in merito. Eppure era uno dei pochi eventi al chiuso, non si può certo attribuire alla pioggia la causa della sua chiusura. Ore 20 Oratorio del Rosario, qui era prevista la possibilità di visitare il seicentesco oratorio e all’adiacente Conservatorio si sarebbe dovuto svolgere un concerto di musica classica. Risultato Oratorio e Conservatorio completamente chiusi, luci spente e solo nel primissimo pomeriggio c’è stata una raccolta di firme per il salvataggio del complesso. Sempre alle ore 20.00 presso il Caffè Letterario andava in scena la presentazione di un libro su Obama, che ha contato dieci, dico dieci presenze, oratori compresi. Ci spostiamo in Piazza Prefettura, dove c’è in programma il superamento del guinness dei primati per la pitta più grande del mondo. Qui la pitta c’è stata davvero, tuttavia era una semplice unione tra più pezzi di pane attaccati da nastri adesivi ( si avete capito bene, lo scotch), per la serie l’igiene e la sicurezza alimentare non stanno qui di casa. Ore 20 Piazza Garibaldi, esibizioni di politici locali ( come fa la gente ancora ad applaudirli?) e a seguire gruppi rock locali. Qui il palco è montato alla meno peggio, i gruppi non hanno nemmeno la possibilità di fare un check sound, e vengono contattati solo all’ultimo momento della loro confermata esibizione. Risultato: scenario quasi deserto, in contemporanea con il concerto di Daniele Silvestri, quando molte delle band che hanno suonato solitamente registrano un ottimo successo di pubblico. Ore 22.00. Piazza Bellavista doveva essere il centro della musica etnica, popolare, folk. Solo intorno alle 23.00 sono riusciti a salire sul palco tre dei cinque gruppi in programma, per uno spettacolo desolante fatto di pochi intimi e nessuno (fatto non consueto per questo genere di eventi) che ballava. Le uniche eccezioni in termini di presenze di spettatori sono state il concerto di Daniele Silvestri, anche se poco consono all’atmosfera di festa e la musica disco nei pressi dello Z-One. Una nota a parte, invece, meritano i ragazzi della Kuan Shot in piazza La Russa, i quali, piaccia o non piaccia, non solo sono riusciti a riempire di gente l’intera zona, tenendo testa tra l’altro al concertone di Piazza Prefettura, ma hanno fornito le loro performance in maniera del tutto gratuita. Un evento più unico che raro; una perla in fiume di merda, fatto di sedicenti associazioni, improvvisati cantanti, e giochi a quiz triti e ritriti in ogni locale della città. Sarei curioso di conoscere se e a quanto ammontano i fondi percepiti da queste ultime categorie per allestire dei desolanti spettacolini seguiti giusto da qualche parente o amico personale, che nemmeno alle più piccole sagre di paese ( per le quali nutro un grandissimo rispetto e conoscenza dato che ne giro parecchie) si sono mai visti. Sarò accusato di poco amore nei confronti della mia città, addirittura di tradimento. Sarò tacciato da qualche buontempone di turno per il quale tutto è andato bene. Ma fino a quando dovremo continuare imperterriti a farci del male dicendoci e illudendoci che tutto vada bene? Fino a che punto l’amore per la propria città può spingersi fino a negare tutte le sue inefficienze? Un grande uomo che indegnamente cito affermava della sua città :Palermo non mi piaceva, per questo l’amavo.

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