domenica 20 marzo 2011

Non aprite quella valle!

Era il giugno del 2009 quando, improvvisamente, Catanzaro scopriva la sua “secolare” passione equina, assistendo al Primo Concorso Ippico organizzato dalla Provincia di Catanzaro, in collaborazione con la Fise e il Coni, e il patrocinio di tutti gli enti locali. Per l’occasione era inaugurata la Valle dei Mulini che veniva trionfalmente presentata dal suo ideatore, Michele Traversa, come “un’immensa area nel verde costituita da tre campi tutti in sabbia silicea(..) una tribuna che potrà accogliere 850 spettatori e un'area ristoro di 1000 metri quadri'. E ancora un fienile coperto di 200 metri quadri, una letamaia in cemento armato, scuderie, box, un fabbricato destinato a servizi, uffici e pronto soccorso, una terrazza per la stampa e il personale della Federazione sport equestri, un parcheggio di servizio per 100 posti auto e un altro pubblico di circa 1000 metri quadri”. A distanza di due anni, ormai, nessuno sente più parlare di questa imponente area, dai costi di mantenimento presumibilmente altrettanto imponenti, e quel “primo concorso” che lasciava presagire un seguito, non ha avuto ancora modo di ripetersi. Tuttavia l’idea della corsa ad ostacoli non è stata ancora abbandonata, infatti, già alla strada di accesso per la valle dei mulini (lato parcheggio Sidis) troviamo una solida transenna in cemento con tanto di cartello che annuncia l’interruzione della strada per caduta massi. Non essendo dei provetti fantini, decidiamo di fare il giro dell’area dove la situazione è di gran lunga peggiore. Il primo ostacolo da superare è una mini discarica all’aria aperta, dove sanitari, rifiuti di ogni genere e qualche pietra ammassata sono abbandonati lì come segnale di avvertimento per chiunque voglia raggiungere l’area. Non demordiamo e procediamo (con cautela) in quella che si svela sempre più una discesa negli inferi. Frane e smottamenti accompagnano il nostro percorso. La carreggiata (se così possiamo chiamarla) è notevolmente ristretta e compromessa da un cumulo di massi contenuti alla meno peggio da qualche retina metallica e delimitati da altre transenne in cemento. Più che un percorso ad ostacoli per cavalli, sembra piuttosto una strada da percorrere a dorso di un asino, nella speranza che qualche masso non vi cada tra capo e collo. Chissà se tutte quelle personalità della politica, ( tra cui il ministro Maurizio Gasparri) presenti all’epoca dell’inaugurazione, sarebbero disposte a percorrere ora la strada di accesso per la Valle dei Mulini. Chissà se questi novelli Don Chisciotte sono pronti a scendere dalle loro auto blu e percorrere queste vie anche quando le luci della ribalta sono spente. Che abbiano, forse, il timore che quei mulini si trasformino in terribili giganti, come nel romanzo di Cervantes? Una cosa è certa: noi a fare la parte del Sancho Panza di turno, non ci stiamo.

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