giovedì 10 gennaio 2013

PD, squadra che perde non si cambia

Il team è quasi al completo. Manca ancora qualche nome da acquistare sul mercato di riparazione invernale, ma la formazione calabrese del partito democratico è pronta per affrontare l'ennesimo derby d'Italia contro Silvio Berlusconi. Una sfida appassionante, che si ripete ormai da quasi vent'anni sul campo politico dello stivale, con l'outsider Monti pronto a subentrare a partita in corso e con l'ex Pm Ingroia determinato a svolgere il ruolo di scheggia impazzita del torneo. Il Pd, dicevamo, gioca d'anticipo e schiera la sua squadra in maglia calabra sia al Senato che alla Camera. Allenatore, manco a dirlo, Pierluigi Bersani, fresco di vittoria alle primarie, dopo aver battuto ai tempi supplementari il suo avversario Matteo Renzi. E vediamo subito l'undici di partenza per la Camera dei Deputati. Capitana della squadra è la "pasionaria" Maria Rosaria Bindi, detta Rosy, toscanaccia di ferro, che darà ai suoi compagni quell'esperienza necessaria per potersi esprimere al meglio, dall'alto delle sue cinque legislature trascorse in parlamento italiano più una in quello europeo (dal 1989 anno della caduta del muro di Berlino). A fianco dell'ex scudocrociata, c'è Alfredo D'Attorre, salernitano doc, commissario del Pd regionale che all'atto della sua nomina aveva dichiarato di non essere" stato mandato in Calabria da Bersani per essere candidato". Evidentemente il nostro ci ha ripensato e, vinte facilmente le primarie locali, decide di scendere in campo. Dalla cantera calabrese (occhio a non sbagliare l'accento), invece, arriva la cosentina Enza Bruno Bossio, coinvolta e poi scagionata in primo grado e in appello nel famoso processo Why not, moglie di Nicola Adamo, consigliere regionale del Pd (sospeso per due anni dal partito, confluito nel gruppo misto e in odore di ritorno all'ovile democratico), anch'egli scagionato in primo grado nello stesso processo e fresco di avviso di conclusioni delle indagini per associazione a delinquere, corruzione, abuso d'ufficio e minaccia in una maxi-inchiesta sul parco eolico di Isola Capo Rizzuto. Confermati in squadra i due onorevoli uscenti Franco La Ratta (deputato dal 2006) e Nicodemo Oliverio, imputato da tre anni presso il Tribunale di Roma per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale aggravata. Dai tornei regionali arrivano, invece, i due nuovi acquisti Bruno Censore e Demetrio Battaglia, consiglieri calabresi del Pd che, in caso di elezioni, dovranno abbandonare lo scranno conquistato a Palazzo Campanella. Duplice ruolo anche per Ernesto Magorno, confermato nel 2012 al suo secondo mandato di sindaco della città di Diamante. 
Passi che la stagione è lunga e che quindi elementi duttili e adattabili a più ruoli tornano sempre utili, ma non si comprende perchè il Pd si costerna, si indigna, si impegna quando i duplici incarichi riguardino gli altri, mentre quando interessa i propri getta la spugna con gran dignità. Chiudono la top eleven la cosentina Stefania Covello, (alla quale suggerirei di aggiornare il proprio sito ufficiale, in cui appoggia il redivivo Agazio Loiero) figlia d'arte, dato che il papà Franco è stato più volte senatore,  e la reggina Consuelo Nava, precedute dall'oriundo Nicola Stumpo, nato a Crotonei ma vivente a Roma, ribattezzato "Stumpo Truppen" dai radicali per la decisione di escludere Marco Pannella dalle primarie del 2009. Le sorprese non mancano anche per i partecipanti al Senato, dove spicca il talento ancora inespresso di Marco Minniti. Che si vinca (alle elezioni 2006) o che si perda (elezioni 2008) il succo non cambia: il Pd non può fare a meno del suo Ibrahimovic reggino, ex delfino di Massimo D'Alema, alla terza legislatura e con alle spalle tanti ruoli decisivi, da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio a viceministro dell'Interno e della Difesa. La Calabria intera e il Paese gongola nel rivedere al rallenty le azioni salienti del suo fuoriclasse, sempre determinante nel portare alla vittoria la sua regione d'origine. Peccato che questi highlights debbano ancora essere montati (pare che il filmato non durerebbe più di un secondo, troppo poco per mandarlo in tv). Conferme anche per Doris Lo Moro, classe '55, deputata dal 2008 ( altra eletta nell'anno della sconfitta per il Pd) nelle file dell'opposizione, ex magistrato, ex sindaco di Lamezia Terme, ex consigliere regionale durante la giunta Loiero. Subito dopo troviamo l'ex coordinatore del partito provinciale cosentino Bruno Villella (voluto dall'allora commissario regionale Adriano Musi; si, il Pd ha questa dote di commissariarsi da solo) e gli "stranieri" Angelo Argento e Micaela Fanelli. Il primo, ennese, esponente della corrente Letta (Enrico, quello del Pd, non suo zio Gianni del Pdl) tra un cannolo siciliano e una cassata, dovrà abituarsi presto alla pitta nchiusa calabrese; la seconda, molisana, attuale sindaco del comune di Riccia, capogruppo (anzi mono, dato che è soltanto lei a comporre il gruppo "Fanelli per la Provincia di Campobasso) al consiglio provinciale e con una recente esperienza nello staff del presidente della Regione Basilicata. Speriamo che i due non soffrano troppo la "saudade" delle rispettive regioni d'appartenenza. Ultimo ma non ultimo, troviamo Francesco De Nisi, al suo secondo tentativo di sfondare in Parlamento ( il primo, nel 2006, andò male nonostante la vittoria risicata de L'Ulivo), convinto di farcela e rafforzato dalla sua esperienza di amministratore locale. De Nisi, infatti, è stato Presidente della Provincia di Vibo Valentia, dimissionario nell'ottobre 2012  proprio per candidarsi alle politiche, lascia l'Ente nelle mani di un commissario prefettizio e in una situazione finanziaria a rischio dissesto. La squadra così composta è pronta per giocare all'attacco la finalissima, ma attenzione perché da questa formazione così sfrontata una delle leggi che potrà venire fuori è quella del gol.

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