sabato 5 gennaio 2013

Misiti, l'onorevole a progetto



Di nuovo elezioni. Per la terza volta in poco più di un anno Catanzaro si appresta ad esprimere il suo voto anche se solo per otto sezioni. E come ogni tornata elettorale non può mancare la discesa (o la salita, fate voi) sui tre colli dei parlamentari appartenenti ai diversi gruppi politici pronti a sostenere le ragioni di questo o quel candidato. Una tradizione, quasi un'usanza ormai che "ognuno 'adda fa chesta creanza", rinnovata non nel giorno dei defunti ma in quello dei rimembrati, ossia di coloro i quali si ricordano del collegio in cui furono eletti guarda caso ad ogni scadenza elettorale. Ieri è stato il turno di Aurelio Misiti, esponente del neo partito "Grande Sud" , sceso nel capoluogo di regione per sostenere la candidatura a sindaco di Sergio Abramo. Un appoggio del tutto legittimo da parte dell'onorevole di Melicucco non nuovo a questo tipo di situazioni, il quale si schierò apertamente a fianco di Michele Traversa in una conferenza stampa catanzarese dopo aver votato la fiducia dell'ansimante Governo Berlusconi nel 2011. Un fedelissimo di centrodestra, verrebbe da pensare, dati anche i suoi trascorsi di ex assessore della giunta calabrese targata Chiaravalloti e di ex Vice Ministro alle infrastrutture e ai trasporti dello stesso esecutivo guidato dall'uomo di Arcore (questo è il curriculum evidenziato su alcuni siti d'informazione locali). Ed invece anche i più smemorati ricorderanno che l'onorevole Misiti fu eletto sia nel 2006 che nel 2008 nel partito dell'Idv guidato dallo spauracchio Antonio Di Pietro. Che il Tonino nazionale abbia qualche problema nello scegliersi i candidati è un fatto ormai evidente così com'è noto il suo trascorso nella magistratura prima di entrare in politica. Ma evidentemente il suo ex compagno di partito Misiti lo ha dimenticato e proprio ieri a Catanzaro dichiarava che "la politica e le istituzioni non possono essere consegnati ai magistrati, anche quelli amministrativi". Dettagli, piccoli peccatucci di incoerenza che nulla possono contro la linearità di un uomo politico che poco più di un anno dopo dalla sua seconda elezione si dimetteva dall'Italia dei Valori per confluire nel gruppo misto e, dopo una breve parentesi nel Movimento per le Autonomie guidato da Raffaele Lombardo, si presentava in parlamento per firmare la mozione di sfiducia nei confronti del capo del governo Silvio Berlusconi. Epperò, il nostro onorevole, dopo aver riflettuto, ci ripensa e nottetempo vota la fiducia ottenendo qualche giorno dopo l'incarico di vice ministro tanto atteso. Già, perchè Misiti nel frattempo aveva mandato chiari messaggi al leader del Pdl, promettendo amore eterno (si fa per dire) in cambio di un incarico istituzionale. Detto- fatto! Il 2011 è anche l'anno di adesione al gruppo parlamentare "Repubblicani- Azionisti", mentre il 2012 segna la svolta del passaggio di Misiti nel gruppo "Grande Sud" in cui vota a favore di quasi tutti i provvedimenti del governo Monti. Secondo i rumors di palazzo il nuovo Grande Sud, guidato da Gianfranco Miccichè, sarà una lista collegata al Pdl alle prossime elezioni politiche e tra i suoi possibili candidati ci potrebbe essere spazio anche per Marcello Dell'Utri, co-fondatore di Forza Italia e devoto stimatore di Vittorio Mangano definito "un eroe". Anche Gianfranco Miccichè non scherza mica con le dichiarazioni provocatorie preferendo Archimede a Falcone e Borsellino nell'intitolazione dell'Aeroporto di Palermo perchè "è meglio presentarsi ai turisti con figure positive". Entrambi saranno (su Dell'Utri ancora manca l'ufficialità) i compagni di viaggio di Aurelio Misiti, il cui passato di parlamentare si era segnalato positivamente come co-firmatario di un disegno di legge (DDL Lazzati) approvato poi in parlamento sul divieto di propaganda elettorale dei condannati per mafia. E mi raccomando non dite al presidente Berlusconi che il nostro Misiti ha avuto anche un passato (anni '70) nelle file di quei comunisti dispensatori di terrore e morte o ancora peggio non ditegli che lo stesso è stato dirigente nazionale di quella CGIL a lui tanto avversa. Le bandiere e le barriere ideologiche, infatti, non fanno parte del pensiero Misiti che preferisce, invece, andare a "progetto". Il problema, tuttavia, è stabilire quale e soprattutto quanto durerà.

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